
Secondo le forze dell’Ordine meno di 10mila. Secondo gli organizzatori almeno 15mila partecipanti. Senz’altro “un’onda d’urto con la quale fare in conti”. Fatto sta che la manifestazione del 10 aprile a Brescia, segna un momento storico nell’impegno dei movimenti civili a tutela dell’ambiente e della salute contro l’inquinamento. Grazie alla mobilitazione di oltre sessanta associazioni, comitati, circoli della provincia di Brescia, riuniti nel tavolo Basta Veleni sono sfilati con migliaia di cittadini lombardi, anche i sindaci e gli assessori all’Ambiente non solo della città di Brescia ma anche di una quindicina dei comuni più compromessi dall’inquinamento: da Montichiari a Castenedolo, da Castegnato a Chiari, da Cazzago, Berlingo, Rovato a Travagliato, insieme alla Pastorale del Creato, in rappresentanza del Vescovo di Brescia.

Ma la solidarietà dei popoli inquinati è arrivata anche dalla Campania, dalla Toscana e dalla Liguria: con la rappresentanza delle Mamme Coraggio Acerra e le Mamme No Inceneritore da Firenze. La novità, come bene descrive il professore Marino Ruzzenenti è che “una manifestazione così a Brescia non si vedeva dal secolo scorso, ma ciò che la rende eccezionale è che dietro non c’è stata un’organizzazione strutturata con risorse organizzative ed economiche, ma comitati spontanei, cittadini attivi che hanno dedicato tempo, energie e anche qualche euro di tasca propria per costruire questo straordinario strumento di partecipazione democratica”. Continua lo storico dell’ambiente-“Una bella lezione alla politica asfittica che riduce il proprio ruolo ad ancella dei poteri economici e finanziari”.

Una consapevolezza necessaria che sta cercando di stimolare le istituzioni lombarde e nazionali allo stato d’emergenza ambientale e alla moratoria su discariche ed emissioni. Così come è stato per la Terra dei Fuochi in Campania, il territorio è martoriato da 60 milioni di metri cubi di rifiuti e veleni interrati, discariche autorizzate e fantasma, emissioni e qualità dell’aria fuori controllo, falda contaminata da cromo esavalente e solventi clorurati, diossina e PCB del Sito di interessa nazionale Caffaro che attende ancora di essere bonificato. E il più grande inceneritore d’Europa, che seconda la bozza di decreto attuativo “Sblocca Italia” dovrebbe arrivare a bruciare quasi un milione di tonnellate di rifiuti urbani e speciali.

Proprio i cittadini bresciani sanno bene come solo la costanza e il confronto continuo con le istituzioni possano portare ai primi risultati sul campo, ad esempio, delle bonifiche, nella città martoriata dai PCB e dalle diossine della Caffaro. “E’ stata una lotta dura, ma ora dopo dieci anni i lavori di bonifica alla Scuola Grazia Deledda sono finalmente iniziati– racconta commossa Stefania Baiguera, madre e attivista del Comitato Ambiente Brescia Sud, da sempre in prima linea nella richiesta di bonifiche.
Confronto continuo e necessario, anche quando le informazioni ambientali dovrebbero essere un diritto, come racconta Guido Menapace, altro genitore della Deledda, attivista di SOS Scuole e del Comitato Ambiente Brescia Sud, che per ottenere i dati di contaminazione da PCB e diossine, durante i lavori di bonifica alla Scuola Deledda, ha dovuto effettuare una richiesta di accesso al Comune di Brescia. “Eppure dovrebbero essere dati già disponibili e pubblici sul sito del Comune”.

Intanto la soddisfazione degli organizzatori rende chiaro che questo è solo il punto di partenza: “Il corteo del 10 aprile non è l’arrivo di un percorso iniziato negli scorsi mesi tra tanti comitati ambientalisti già attivi sul territorio, ma il trampolino di lancio per iniziare, tutti e tutte insieme, mettendoci la faccia, smettendo di delegare, a cambiare le cose. Perchè è responsabilità di ognuno di noi aiutare e collaborare per questo cambiamento, secondo le proprie possibilità e capacità“.

Dal tavolo Basta Veleni ribadiscono“sono proprio le facce nuove, le famiglie con i tanti passeggini, i tanti giovani, ma anche i tanti anziani, i veri protagonisti del corteo, non gli amministratori come tanti vorrebbero far pensare.
Ben venga che qualche rappresentante dei tanti comuni invitati ieri sia sceso in piazza, ma questo non basta più, la sola passerella non cambia le cose, se non è seguita dai fatti”. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva Ghandi – concludono– lo dobbiamo non solo a noi, non solo a chi non ha ancora capito che lo stiamo facendo anche per loro, ma soprattutto per chi ci sarà dopo di noi, per le centinaia di bambini che ieri hanno camminato insieme a noi. E’ nostro dovere lasciare un posto dignitoso in cui vivere, ai nostri figli e nipoti.”
Una cosa è certa: da Brescia si è lavato un grido di riscatto, dopo decenni di silenzio. Un silenzio che, per troppo tempo, ha avvolto tutta la Lombardia, motore economico d’Italia, in preda al malessere di una regione contaminata e malata, ora squarciato dal desiderio di giustizia ambientale e sociale. A cui sarà il caso di dare ascolto.
Scarica il documento integrale del Tavolo Basta Veleni del 26/01/2016 qui
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Dalla prescrizione agli ecoreati nel codice penale: la giustizia ambientale in Italia è possibile? intervento dello storico dell’ambiente Marino Ruzzenenti su Cittadini Reattivi.
Le nostre inchieste Trasparenza civica per le bonifiche su Nòva – Il Sole24ore – 25 maggio 2014 ; Veleni occulti, aprile 2014 La Nuova Ecologia/CittadiniReattivi; L’Italia è un Paese da bonificare, Cittadini Reattivi maggio 2013
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