Il decreto salva Ilva è uno schiaffo a Taranto

“Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure per fronteggiare le problematiche relative alla gestione dell’ex Ilva ; Ritenuta, inoltre, la straordinaria necessità e urgenza di prevedere misure anche di carattere processuale e procedimentale finalizzate ad assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale.”

Inizia così il testo del decreto-legge 5 gennaio 2023 n°2 entrato in vigore già dal giorno seguente. Un vero e proprio ritorno al passato, uno schiaffo al diritto alla salute e all’ambiente di cittadine, cittadini, bambine e bambini che rischiano la loro vita solo perché vivono nella loro città.

“Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” dichiara l’esecutivo di questo Paese. Noi preferiamo chiamarlo “dissequestro degli impianti ritenuti pericolosi per la salute e l’ambiente”. Non solo uno schiaffo a Taranto e ai suoi cittadini, quindi, ma anche alla Magistratura e alla giustizia di questo Paese. Non dimentichiamo che con la sentenza “Ambiente svenduto”, la Magistratura aveva confiscato gli impianti inquinanti dell’Ilva. Recita così, infatti, l’articolo 5 del decreto:

“In ogni caso, le sanzioni interdittive non possono essere applicate quando pregiudicano la continuità dell’attività svolta in stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale ai sensi dell’articolo 1 del decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2012, n. 231, se l’ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l’adozione e l’attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi.”

Adesso più che mai è importante denunciare cosa avviene in questa città. E soprattutto quanto i suoi cittadini non abbiano più voglia di guardare all’acciaio come unica forma di sostentamento economico. C’è un’alternativa a tutto questo ed è quella che vogliamo raccontare nel nostro documentario-inchiesta Taranto chiama.

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