Sentenza storica: la Corte di Giustizia dell’UE stabilisce che l’acciaieria Ilva deve essere sospesa in caso di gravi rischi per ambiente e salute

Se presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, l’esercizio dell’acciaieria Ilva dovrà essere sospeso”. E spetta al Tribunale di Milano valutarlo. E’ questa la sentenza pronunciata oggi dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in merito alla causa C-626/22 | Ilva e a., promossa da 10 cittadini aderenti all’associazione Genitori Tarantini e da un bambino di 11 anni affetto da una rara mutazione genetica e da altri 130 cittadini.

Come ricordano gli stessi giudici, “numerosi abitanti della zona hanno agito in giudizio dinanzi al Tribunale di Milano contro il proseguimento dell’esercizio dell’acciaieria. Essi hanno sostenuto che le sue emissioni nuocciono alla loro salute e che l’installazione non è conforme ai requisiti della direttiva europea relativa alle emissioni industriali”.

Il parere della Corte Europea, infatti, è stato richiesto dal Tribunale di Milano, dove la causa è pendente, per appurare se la normativa italiana e le norme derogatorie speciali applicabili dell’acciaieria Ilva, al fine di garantire la continuità, siano in contrasto con la direttiva. Come ricordano i giudici del Lussemburgo, già “nel 2019 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accertato che l’acciaieria provocava significativi effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute degli abitanti della zona”.

Ilva di Taranto – foto di Rosy Battaglia per Taranto Chiama – diritti riservati 2024

Nella ricostruzione delle vicende che riguardano la città di Taranto, dove ha sede dal 1965 la maggiore acciaieria d’Europa, che occupa 11mila persone e si estende per oltre 1500 ettari, a ridosso dei quartieri di Tamburi, Paolo VI e del centro storico, la Corte sottolinea anzitutto “lo stretto collegamento tra la protezione dell’ambiente e quella della salute umana, che costituiscono obiettivi chiave del diritto dell’Unione, garantiti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” e rammenta come “la direttiva contribuisce al conseguimento di tali obiettivi e alla salvaguardia del diritto di vivere in un ambiente atto a garantire la salute e il benessere”

Mentre, riportano i giudici europei, se “secondo il governo italiano, la direttiva non fa alcun riferimento alla valutazione del danno sanitario, la Corte rileva che la nozione di «inquinamento» ai sensi di tale direttiva include i danni tanto all’ambiente quanto alla salute umana”.

Pertanto – sottolinea la Corte Europea – la valutazione dell’impatto dell’attività di un’installazione come l’acciaieria Ilva su tali due aspetti (ambiente e salute, ndr), deve costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame dell’autorizzazione all’esercizio”.

Cosa vuol dire? Che, come parzialmente rilevato anche dall’inchiesta Taranto chiama e come dal pronunciamento del Tribunale di Milano, “tale presupposto non è stato rispettato per quanto riguarda il danno sanitario. Il gestore deve altresì valutare tali impatti durante tutto il periodo di esercizio della sua installazione”.

Inoltre, secondo il Tribunale di Milano, “le norme speciali applicabili all’acciaieria Ilva hanno consentito di rilasciarle un’autorizzazione ambientale e di riesaminarla senza considerare talune sostanze inquinanti o i loro effetti nocivi sulla popolazione circostante”. La Corte di Giustizia europea rileva, quindi, “che il gestore di un’installazione deve fornire, nella sua domanda di autorizzazione iniziale, informazioni relative al tipo, all’entità e al potenziale effetto negativo delle emissioni che possono essere prodotte dalla sua installazione”. 

“Solo le sostanze inquinanti che si ritiene abbiano un effetto trascurabile sulla salute umana e sull’ambiente possono non essere assoggettate al rispetto dei valori limite di emissione nell’autorizzazione all’esercizio”. 

foto di Rosy Battaglia per Taranto Chiama – diritti riservati 2024

Diversamente da quanto fatto dal governo italiano che, come sempre riportato dai giudici della Corte di Giustizia europea, ha ripetutamente differito i termini stabiliti per la loro attuazione, con i cosiddetti “decreti Salva-Ilva”, almeno 15 dal 2012 a oggi. 

La Corte afferma che, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ilva e dal governo italiano, “il procedimento di riesame non può limitarsi a fissare valori limite per le sostanze inquinanti la cui emissione era prevedibile. Occorre tener conto anche delle emissioni effettivamente generate dall’installazione nel corso del suo esercizio e relative ad altre sostanze inquinanti”. Ma, sopratutto, in caso di violazione delle condizioni di autorizzazione all’esercizio dell’installazione, il gestore deve adottare immediatamente le misure necessarie per garantire il ripristino della conformità della sua installazione a tali condizioni nel più breve tempo possibile”.

Concludono i giudici della Corte Europea di Giustizia: “in caso di pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana, il termine per applicare le misure di protezione previste dall’autorizzazione all’esercizio non può essere prorogato ripetutamente e l’esercizio dell’installazione deve essere sospeso”. 

Ora la parola torna al Tribunale di Milano, ma la sentenza rimane storica, considerato che la procedura d’infrazione europea ancora in corso, proprio per le stesse motivazioni. Procedura che si somma alle cinque condanne subite dal governo italiano da parte della Corte Europea dei Diritti Umani tra il 2019 e il 2022.

Il commento a caldo dell’avvocato Maurizio Rizzo Striano per Cittadini Reattivi, legale rappresentante di parte civile insieme all’avvocato Ascanio Amanduni, per i Genitori Tarantini: “Non un commento tecnico-giuridico, per la sentenza che ha reso oggi il massimo organo giurisdizionale della Comunità Europea sul caso ILVA. Quello che possiamo dire è che bisogna credere nella giustizia e dobbiamo tenerci strette l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici

L’avvocato Rizzo Striano ricorda come la causa sia stata promossa da poche centinaia di cittadine e cittadini tarantini, contro il parere di tutti i massimi organi giurisdizionali italiani e l’intera opinione pubblica italiana, divisa tra tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro.  “La Corte di Giustizia ha fatto quello che in coscienza ha ritenuto essere il diritto da applicare: prima viene la salvaguardia della salute e dopo vengono l’interesse all’occupazione e agli interessi di natura economica“. Conclude l’avvocato Rizzo Striano: “un principio che è partito dal caso ILVA, ma che verrà affermato per la sua importanza e per la qualità dell’organo giurisdizionale che lo ha affermato in tutta Europa”.  A lui il ringraziamento, oltre che dall’associazione dei Genitori Tarantini, della pediatra Annamaria Moschetti, autrice della consulenza tecnica di parte civile “per aver operato in modo totalmente gratuito, a favore della tutela della salute della popolazione tarantina, a partire dai più piccoli”. 

foto di Rosy Battaglia per Taranto Chiama – diritti riservati 2024

“Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino”. 

I fotogrammi che accompagnano questa inchiesta sono estratti dal documentario “Taranto chiama”, di prossima uscita, di cui questa investigazione è parte integrante, realizzata in autofinanziamento grazie alle donazioni di oltre 300 sostenitori da tutta Italia. Se vuoi proseguire a sostenere il nostro giornalismo indipendente puoi donare qui.

Inchiesta europea: il costo ambientale e sanitario dell’inquinamento industriale in Italia e in Europa. A partire da Taranto, zona di sacrificio

una collaborazione tra CORRECTIV.Europe e Cittadini Reattivi  

Questa indagine fa parte di una collaborazione tra Cittadini Reattivi  e CORRECTIV.Europe, un network per il giornalismo locale che realizza ricerche investigative basate sui dati insieme alle redazioni locali in tutta Europa. CORRECTIV.Europe fa parte della redazione investigativa non profit CORRECTIV, che è finanziata da donazioni.  Maggiori informazioni su correctiv.org/en/europe/

 

Per essere sempre aggiornati sulle nostre attività vi consigliamo di iscrivervi alla nostra newsletter. Potete seguirci su tutti i social (Telegram, Facebook pagina e gruppocanale YoutubeTwitterInstagram). Qui tutti i nostri bilanci  e lo statuto della nostra associazione.
Potete continuare a sostenere la nostra attività di giornalismo civico indipendente e di advocacy della nostra associazione con una donazione su Paypal o sul nostro c/c su Banca Etica. 

La bellezza di Taranto . marzo 2023 – foto di Rosy Battaglia per Taranto chiama – Cittadini Reattivi tutti i diritti riservati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.