“La città di Taranto mostra diseguaglianze rilevanti in termini di mortalità tra i quartieri settentrionali, più prossimi alla zona industriale (Paolo VI, Tamburi e Città Vecchia-Borgo), con un eccesso di mortalità evidenziato nell’arco di 10 anni descritto da SMR sempre superiore a quello dell’intera Puglia, con punte superiori al 50% tra il 2015 e il 2017 sia nelle donne che negli uomini. I significativi eccessi di mortalità sono aumentati dal 2011 al 2020 e si sono progressivamente estesi in diversi quartieri della città di Taranto. Rispetto al regionale Puglia, abbiamo registrato un eccesso di mortalità del 68% per gli uomini residenti nel distretto Paolo VI nel corso dell’anno 2019. Nei 3 quartieri nord della città sono stati registrati 1020 decessi in eccesso con significatività statistica confermata».
E’ l’amara conclusione dell’indagine pubblicata dalla rivista Environmental Research e sul sito www.sciencedirect.com che, per effettuare lo studio, ha utilizzato i dati ufficiali di mortalità forniti dal Comune, in un periodo di riferimento successivo al sequestro penale dell’area a caldo (2012) quando, poi, si registrò un calo della produzione.
La ricerca, inoltre, sottolinea l’aumento della mortalità per tutte le cause e per cause specifiche e un aumento della morbilità e dell’incidenza di tumori nella città di Taranto e, in particolare, nei quartieri limitrofi all’acciaieria.
Nel frattempo, la cittadinanza attiva e reattiva tarantina non si ferma e, anzi, continua la propria lotta contro lo stabilimento ancora una volta seguendo le vie legali.
E’ infatti partita una nuova iniziativa, lanciata dall’associazione Genitori Tarantini – ETS, i quali affermano come sia: “la prima class action con richiesta di inibitoria nella storia della Repubblica italiana e l’abbiamo presentata noi tarantini perché la lotta tarantina è la madre di tutte le lotte per la vita, per l’ambiente, ed era giusto che fossimo noi i primi ad usare questa nuova opportunità che la legge ci consente.”
La class action con richiesta di inibitoria è stata lanciata contro Acciaierie d’Italia Holding s.p.a., Acciaierie d’Italia s.p.a. e Ilva s.p.a. mentre, la prima udienza è fissata per il 2 dicembre 2021 al Tribunale di Milano.
Un’occasione in più per Cittadini Reattivi APS per seguire la vicenda Ilva, al fianco di tutti i tarantini.

Pubblichiamo per intero il comunicato stampa ricevuto da Genitori Tarantini ETS:
‘In seguito alla recente entrata in vigore della riforma della class action, è stata introdotta nel codice di procedura civile una norma che consente di ottenere l’inibitoria di comportamenti illeciti da parte delle imprese su ricorso di soggetti aventi interessi omogenei. Abbiamo deciso di avvalerci di tale norma e di promuovere una azione inibitoria collettiva contro Acciaierie d’Italia Holding s.p.a., Acciaierie d’Italia s.p.a. e contro ILVA s.p.a., al fine di ottenere la cessazione delle loro condotte che provocano danni ingiusti ai residenti, per la lesione del diritto alla salute e del diritto al tranquillo svolgimento della vita familiare causati dall’inquinamento da parte di impianti tuttora non rispettosi delle norme di qualità ambientali.
L’iniziativa è sorta all’interno della nostra associazione Genitori Tarantini ETS che, non avendo la legittimazione a proporla in proprio, ha cercato e trovato il sostegno di persone fisiche, coraggiose ed altruiste, da tempo impegnate nella lotta che condividiamo, le quali hanno deciso di agire in proprio spendendo il loro nome.
Il nostro immenso ringraziamento va dunque a: Cinzia Zaninelli, Massimo Castellana,Simona Peluso, Aurelio Rebuzzi, Salvatore Magnotta, Emilia Albano, Giuseppe D’Aloia, Antonella Coronese, Serena Battista, Giuseppe Roberto e il piccolo Andrea Simon.
La competenza per territorio è del Tribunale di Milano, dove hanno sede legale le imprese avversarie.
I nostri legali, avv.ti Maurizio Rizzo Striano ed Ascanio Amenduni, hanno pertanto proposto nel luglio scorso, ai sensi dell’art. 840 sexiesdecies cod. proc. civ., anche in via propedeutica alla class action risarcitoria, un giudizio di inibitoria chiedendo, in via principale, al fine di prevenire l’aggravarsi dei danni, la chiusura dell’area a caldo.
In via subordinata, ove la richiesta della chiusura non venisse accolta, gli Avvocati Rizzo Striano e Amenduni hanno chiesto al giudice di imporre il rispetto del diritto al clima, ordinando uno stringente piano di abbattimento delle emissioni dei gas ad effetto serra di cui gli impianti dell’ILVA sono i maggiori diffusori in Italia. Non si comprende infatti il motivo per cui nel PNIEC l’abbattimento è previsto per tutti gli impianti a combustione di carbone mentre nulla si dice con riguardo a quelli dell’ILVA.
Il premier Draghi ha affermato proprio qualche giorno fa che stiamo andando verso la catastrofe climatica e che occorre fare di più. Ci aspettiamo, quindi, che il Governo intervenga in giudizio per sostenere ed appoggiare le nostre richieste: lo imporrebbe un minimo di coerenza tra dichiarazioni e azioni concrete.
Il giudice relatore della causa sarà il Presidente della sezione impresa del Tribunale di Milano, dott. Angelo Mambriani, il quale ha fissato l’udienza di discussione davanti al Collegio in Camera di Consiglio per il giorno 2 dicembre 2021, ore 12;15.
Esaurita la fase inibitoria, e all’esito della stessa, è nostra intenzione di farci promotori di separata class action risarcitoria, alla quale potranno aderire tutti coloro che sono residenti in Taranto e comuni limitrofi, al fine di ottenere il ristoro dei danni individuali. A tal proposito daremo istruzioni su come aderire tramite web (non vi sono spese a carico di chi aderirà).
Come associazione Genitori Tarantini ci impegneremo a dare tutto il nostro sostegno ai nostri amici e compagni di lotta, sperando che l’iniziativa susciti solidarietà e condivisione da parte della cittadinanza affinché la città di Taranto e la sua provincia siano definitivamente liberate dalla schiavitù industriale che continua ad avvelenare noi, i nostri figli, il nostro ambiente, mietendo vittime innocenti’.
Associazione Genitori tarantini -ets
Per approfondire vai alla sezione dedicata a Taranto e all’Ilva su Cittadini Reattivi
Aggiornamento al 29 novembre 2021
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