Come mai le emissioni di benzene sono in aumento se la produzione di acciaio è in diminuzione? Perché lo Stato non tutela la salute dei cittadini di Taranto, dei nostri bambini, dei nostri malati oncologici, più di 8000 mila persone?

Sono solo alcune delle domande poste all’opinione pubblica in conferenza stampa, stamani 17 febbraio 2023 al Convento San Pasquale dei Frati Minori della città dei due mari, dal Coordinamento Taranto rappresentato dalla sua portavoce Celeste Fortunato, che ha raccontato la sua lotta quotidiana contro la leucemia e quella delle migliaia di “codici 048” in città, dal prof. Alessandro Marescotti presidente di Peacelink e da Bartolomeo Lucarelli, presidente di LiberiAmo. Un’offensiva della gentilezza contro il governo italiano che ha varato lo scorso 5 gennaio il quattordicesimo decreto Salva Ilva e lo scudo penale per tutelare i responsabili dell’inquinamento ambientale nei siti di interesse strategico nazionale.

Domande poste con garbo ma fermezza, documentate da tutta una serie di dati ricavati dalle risposte ufficiali fornite da ARPA Puglia e ASL Taranto, alle richieste via pec della europarlamentare Rosa D’Amato e del consigliere comunale Antonio Lenti (Verdi), che hanno appurato i diversi sforamenti dell’inquinante nel breve periodo (dicembre 2022 – gennaio 2023) del cangerogeno certo. Sforamenti che la stessa Peacelink aveva già ripetutamente denunciato a partire dall’agosto 2022, fino ai primi giorni del febbraio 2023.

Conferenza Stampa Coordinamento Taranto del 17 febbraio 2023
da sinistra Bartolomeo Luccarelli, Alessandro Marescotti, Celeste Fortunato
foto Giovanni Maimone per Cittadini Reattivi

L’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato il benzene come cancerogeno certo per l’uomo, evidenza associata all’insorgere delle leucemie, tra le quali quella da cui sono affetta, la mieloide acuta ma, anche, la leucemia linfoide cronica, la non linfocitica acuta, il linfoma non Hodgkin, il mieloma multiplo, la leucemia mieloide acuta nei bambini e il cancro al polmone. Il benzene agisce nel midollo osseo provocando ematossicità e immunosoppressione fino all’anemia aplastica e la pancitopenia in caso di esposizioni ad alte dosi. Sulla base di tali evidenze, l’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che non possono essere raccomandati livelli sicuri di esposizione, bensì sono necessarie azioni da parte della sanità pubblica per ridurre l’esposizione al benzene nei lavoratori e nella popolazione in generaleha ribadito in conferenza stampa, Celeste Fortunato che sta lottando lei per prima contro la leucemia. 

Evidenze tali per cui gli stessi enti di controllo hanno chiesto al gestore Acciaierie d’Italia lo scorso 5 gennaio 2023 di “adottare tutti i possibili interventi correttivi di riduzione delle emissioni di benzene da parte dello stabilimento siderurgico, anche ulteriori rispetto alle condizioni di gestionee e di esercizio che le autorizzazioni vigenti stabiliscono, per le quali restano ferme le competenze ministeriali“.

Quesiti che si sono tramutati, alla vigilia della ratifica in legge in parlamento dell’ennesimo decreto Salva Ilva in un esposto alle Procura della Repubblica, mentre lo stesso Coordinamento Taranto sta invitando i parlamentari a non votare la trasformazione in legge del decreto 2/2023. “Questa è la nostra risposta, gentilezza e tenerezza, alla strategia cinica della politica e di uno Stato condannato per ben 5 volte dalla Corte Europea per i Diritti Umani: contrapponiamo una strategia civica, un’offensiva della tenerezza che non può tacere l’ingiustizia ambientale e sanitaria che sta soffrendo la nostra comunità – sottolinea il prof. Alessandro Marescotti davanti alle nostre telecamere al lavoro per il documentario-inchiesta “Taranto chiama“.

Le slides inviate dal Coordinamento Taranto ai parlamentari italiani

Non è più una questione di mancanza di trasparenza delle Istituzioni, afferma: “Il problema è ben oltre, ormai:: il nostro livello di conoscenza civica rispetto ai dati ambientali e sanitari è ormai elevatissimo, abbiamo tutte le evidenze: c’è un rischio per la popolazione certo. Mentre la politica chiede altri dieci anni di tempo per risolvere lo scandalo ambientale e sanitario causato da questo stabilimento“.

L’esposto alla Procura della Repubblica di Taranto è stato sottoscritto dal Coordinamento Taranto tra cui Giustizia per Taranto, Legamjonici, Liberiamo Taranto, Lovely Taranto, Pazienti e famiglie del reparto di Ematologia dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, Peacelink, Plasticaqquà, Tamburi combattenti, Taranto L.I.D.E.R., Veraleaks. L’azione di denuncia è stata sostenuta anche da Europa Verde – Verdi Taranto, da Rosa D’Amato, europarlamentare The Greens EFA e Una Strada Diversa.

L’offensiva della gentilizza prevede così la sensibilizzazione di chi siede in Parlamento. “Inviamo ai parlamentari immagini e video che interrogano la coscienza. Di fronte all’inquinamento dell’ILVA occorre fare un’obiezione di coscienza rifiutando la conversione in legge del decreto legge 2/2023“.

E come rammenta la portavoce Celeste Fortunato, “spesso dimentichiamo che dietro ai numeri delle ricerche epidemiologiche e scientifiche, dietro alle percentuali e alle statistiche, ci sono persone che soffrono, si ammalano e perdono la propria vita, c’è il dolore dei loro cari che restano. La pena di un’intera comunità“.

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