Teachers For Future nasce quasi parallelamente a Fridays For Future. Istanze simili, obiettivo comune: contrastare la crisi climatica, sanitaria e la dispersione energetica negli istituti scolastici e, in particolare, quella scolastica e culturale. Sono questi gli obiettivi di Teachers For Future: cioè “quegli insegnanti che non ci stanno e che decidono di combattere le stesse battaglie dei loro studenti. Le lotte dovrebbero unirsi perchè l’attivismo in questo momento si è un pò fermato, almeno quello in presenza”, come afferma Monica Capo docente, portavoce di Teachers For Future e attivista di Fridays For Future Napoli
Organizzazione che mira ad avere scuole aperte, sicure, sostenibili, inclusive e che con l’emergenza climatica e il riscaldamento globale non siano considerate un problema, ma parte della soluzione.

A questo link si può sottoscrivere l’appello di Teachers For Future.

“Per noi “scuola aperta”, è quella che ci immaginiamo: che sappia dialogare con il territorio e con la comunità. Allo stesso tempo la vogliamo diversa da come era prima della pandemia: la sogniamo sostenibile e che sappia coinvolgere gli studenti su tematiche importantissime come la crisi climatica. Il rischio è la dispersione scolastica ma il rinnovo deve e può partire anche dagli edifici: devono essere, ripeto, sostenibili e non fonte di dispersione energetica”, ci ha raccontato la professoressa Monica Capo. 
Spunti di riflessione che delineano un programma ben studiato da chi la scuola la vive quotidianamente e che la sogna rinnovata e a misura d’uomo (o di studente). Infatti Monica aggiunge che: “già avevamo dato precise indicazioni per le emissioni zero degli edifici scolastici, per la coibentazione delle strutture, puntare al risparmio energetico servendosi di compagnie che utilizzano energie rinnovabili, pensare a delle campagne di riforestazione all’interno dei giardini della scuola e, in particolare chiedevamo emissioni zero per i trasporti scolastici, incentivando ad esempio il bike to school o l’utilizzo di mezzi pubblici ad emissione zero, senza dimenticare campagne come rifiuti zero nelle scuole o puntare anche agli orti scolastici. 

Idee fondamentali per ripartire, ma i problemi per il momento rimangono: “tante piccole proposte sicuramente migliorative. Ma, invece, continuano a crollare i soffitti nelle scuole. Da poco sono usciti i dati sull’agibilità degli edifici e la situazione è davvero drammatica e pericolosa. La Didattica a Distanza, che sta coprendo tantissimi problemi strutturali della scuola, la ritengo poco sostenibile, non ecologica, non socialmente sostenibile perché crea disuguaglianze e soprattutto aumenta il rischio di dispersione scolastica.”

E se la didattica a distanza ha finito per rendere ancora più visibili le disuguaglianze, ha aumentato i divari e influito nelle discriminazioni, il personale scolastico non si è arreso, o almeno ci ha provato: “finita la prima ondata, noi docenti e i dirigenti scolastici ci siamo impegnati al massimo per rendere le scuole sicure e frequentabili: mentre molte attività produttive sono rimaste aperte benché fossero luoghi di possibile contagio, le scuole sono state subito chiuse sacrificando i ragazzi”.
Ma non solo, infatti aggiunge che: “i soldi del Recovery Plan dovranno essere spesi per fare una vera transizione ecologica, ridare dignità alla scuola e investire sull’istruzione: o adesso o mai più. E sarebbe importante investire tempo e risorse sull’educazione ambientale e sull’educazione civica, ma un’ora alla settimana serve a poco. 

Anzi, rischia di essere controproducente investire sull’educazione ambientale e civica se poi non si mantengono inalterati certi valori.
Infatti, il problema successivo può essere la necessità di certe aziende di fare greenwashing proprio a scapito dei più giovani e dei più vulnerabili: “bisognerebbe ripensare organicamente l’intero curriculum di studi perchè è inutile dire nelle classi che l’energia fossile è deleteria e poi mandiamo i ragazzi a fare alternanza scuola/lavoro nelle aziende del fossile. Non c’è coerenza! E non vogliamo neanche essere complici delle aziende che vogliono fare il cosiddetto greenwashing”.   

Non perderti le interviste ai ragazzi di Fridays For Future: a questo link puoi leggere l’intervista a Giovanni Mori, attivista di Fridays For Future Brescia.
Mentre, cliccando qui, puoi leggere l’intervista ad Akira, attivista di Fridays For Future Roma.

Per l’occasione, per supportare Fridays For Future in questa giornata così importante per il clima e per tutti noi, faremo una diretta speciale venerdì 19 dalle ore 21. In collegamento con Cittadini Reattivi ci saranno Akira in collegamento da Roma e Rachele Bugatti, attivista di Fridays For Future Brescia. Non mancate. Cercheremo insieme ai nostri invitati perchè “Non bastano le promesse per cambiare il clima”.
L’evento sarà trasmesso sulla nostra pagina Facebook, mentre qui trovi il link all’evento.

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