È di questi giorni l’entrata in vigore del Freedom of Information Act, ovvero delle nuove norme sulla trasparenza e il diritto di accedere alle informazioni detenute dalla PA da parte dei cittadini. Sarà ora compito delle Pubbliche Amministrazioni adeguarsi alle nuove disposizioni previste entro un termine di sei mesi durante i quali l’Autorità Nazionale Anticorruzione delineerà le linee guida sull’applicazione delle eccezioni ancora troppo vaghe. In attesa del 23 dicembre, quando sarà possibile presentare istanze con il nuovo formato di accesso civico, Cittadini Reattivi, insieme a tutte le organizzazioni della rete Foia4Italy (il cui impegno di pressione istituzionale ha portato alle oltre 88mila firme alla petizione che chiedeva di introdurre in Italia il diritto di accesso alle informazioni detenute dalla Pubblica Amministrazione), ha scelto di proseguire il suo cammino sulla strada della trasparenza, decidendo di partecipare all’Open Government Partnership (OGP).
Si tratta di un’iniziativa internazionale nata nel 2011 con lo scopo di avviare azioni in vista di un miglioramento dei rapporti di trasparenza e apertura tra PA e cittadini. Dopo quasi due cicli in cui la partecipazione dell’Italia è stata alterna, il 6 giugno presso il Dipartimento della Funzione Pubblica si è svolto il primo Forum nazionale sull’Open Government Partnership, convocato dalla ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia. Una fotografia di questo processo, di fatto fermo al 2014 è stata fatta da Rosy Battaglia in una inchiesta su nòva Il Sole 24 ore a giugno 2014 a cui vi rimandiamo per approfondire ulteriormente (“L’apertura dei dati può combattere la corruzione” “L’Open government visto dalla polis” “Monitoraggio civico dal basso” “I dati in Open Government tra Italia ed Europa” “Non solo Wikileaks: informazione dal basso” “Infoleaks in campo” “Il diritto di accesso alle informazioni”).
Siamo solo all’inizio di un percorso che vedrà entro metà luglio la definizione di un piano di azione da presentare al Global Summit di Parigi del 7 dicembre prossimo. Sono stati definiti tre tavoli di lavoro sui macrotemi ritenuti essenziali (Trasparenza e open data, Partecipazione e accountability, Innovazione e cittadinanza digitale) dove si interfacceranno rappresentati delle istituzioni e della società civile così da connettere due mondi troppo spesso distanti. Foia4Italy è stato un esempio di successo di questa collaborazione. L’auspicio è che possa riproporsi anche a livello internazionale.
In ogni caso, non nascondiamo, un lavoro serratissimo e difficile visto i tempi strettissimi come ha ben descritto Nello Iacono di Stati Generali dell’Innovazione su AgendaDigitale con l’articolo “Open Government Forum: i primi risultati (e i nodi irrisolti)“, a cui vi rimandiamo per comprendere la complessità del percorso. Come ricorda Nello Iacono “Diverse le proposte che stanno emergendo, e che presto saranno pubblicate sul sito web del Forum (ancora non attivato al momento in cui scrivo), e che in gran parte riflettono e ribadiscono proposte già pronunciate dalle singole associazioni, ma che qui trovano un tempo e un luogo di convergenza e di coordinamento, utile anche per dar loro maggior forza“.
Cittadini Reattivi sta partecipando ai tavoli “Open data” e “Accountability”. Queste le nostre proposte “grezze” portate al tavolo “Open data”:
Premesso che l’associazione Cittadini Reattivi si propone, come da statuto di promuovere e sostenere il diritto di sapere dei cittadini attraverso l’accesso agli atti e alle informazioni della Pubblica Amministrazione; alla trasparenza e l’apertura dei dati pubblici (open data) sui temi rilevanti per le comunità; ai processi di monitoraggio civico e sociale dal basso, ci sembra utile continuare a stimolare la trasparenza proattiva della Pubblica Amministrazione da una parte, e dall’altra attraverso processi di formazione condivisa ed utilizzo diffuso dell’accesso civico.
Proponiamo tra gli obiettivi dell’OGP vengano implementati gli open data pubblici strategici su temi rilevanti come monitoraggio ambientale dei siti contaminati, di interesse nazionale e regionale, alle emissioni di carattere industriale e legate al ciclo dei rifiuti, allo stato delle acque, nonchè sullo stato di salute dei cittadini e performances sanitarie. Quello che ci preme è la loro effettiva disponibilità con aggiornamenti temporali costanti e il loro inserimento nella banca dati.gov.it. Se ‘Open Data Barometer 2015” ci riconosce un buon punteggio (80) ad esempio relativo alle “Statistiche utili per valutare le performance di alcuni servizi sanitari specifici (…)” dobbiamo rilevare come i dataset aperti riguardanti la salute e sanità nelle banche date nazionali e regionali siano ancora molto esigui (rispetto ad USA, GB ma anche Francia) e informazioni fondamentali come quelle delle performances di Agenas non sempre accessibili ai cittadini. Il nostro Paese è in forte ritardo non solo per quantità di dati liberati, ma anche nel loro possibile riutilizzo a scopo sociale, culturale ed economico.
Per approfondire
- Open data: la salute può attendere http://nova.ilsole24ore.com/progetti/sanita-italia-poco-trasparente/
- Veleni occulti http://www.cittadinireattivi.it/2014/04/18/veleni-occulti-e-bonifiche-opache-la-nostra-inchiesta-su-la-nuova-ecologia/
Queste le nostre proposte al tavolo accountability insieme a Diritto di Accesso Civico
Come promuovere la partecipazione dei cittadini e accountability in una democrazia partecipata? Ascolto e dialogo sono fondamentali. Ma occorre che la pubblica amministrazione e i cittadini parlino la stessa lingua. Per arrivare a questo processo di maturazione democratica occorrono a nostro avviso anche progetti di formazione civica che favoriscano il monitoraggio e stimolino l’accountabilty. Attraverso quali canali? Cittadini Reattivi, ad esempio, ha attivato un percorso di formazione civica e all’interno del suo statuto prevede la realizzazione di una scuola di cittadinanza reattiva (vedi CIVIC INN) in cui coinvolgere rappresentanti della società civile, dell’informazione, della scienza e del diritto per fornire strumenti di accesso alle informazioni della Pubblica Amministrazione attraverso l’utilizzo dei Social Media e la conoscenza dei meccanismi amministrativi e legislativi che regolano la vita sociale.
Da parte delle Pubblica Amministrazione si potrebbe invece formare gli Uffici Relazioni con il Pubblico (URP) affinché supportino i responsabili della trasparenza amministrativa nella gestione dei dataset strategici in formato open data da pubblicare sia in una apposita sezione del sito istituzionale del proprio ente sia sul portale nazionale dei dati aperti della pubblica amministrazione e diffonderli attraverso i Social Media. La sezione del sito web istituzionale dedicata ai dati pubblici dell’ente non può, però, essere considerata un canale per la comunicazione diretta al grande pubblico. Per questo è necessario formare gli Uffici Relazioni con il pubblico (URP) affinché predispongano strumenti di comunicazione che usino i dati pubblici in diverse forme di racconto (SM e Data Storytelling) per media differenti e convergenti. In questo modo riteniamo si favorisca la trasparenza amministrativa, l’accountability e la partecipazione dei cittadini. Un esempio di didattica sperimentale sulla comunicazione pubblica basata sull’uso dei dati pubblici è dato dal blog della cattedra “Comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali” dell’Università di Salerno www.dirittodiaccessocivico.it.
Per approfondire:
- CIVIC Inn informazione civica e partecipata
- Attivismo digitale: trasparenza ascolto e dialogo, intervento di Cittadini Reattivi a Montecitorio
- Un esempio di didattica sperimentale sulla comunicazione pubblica basata sull’uso dei dati pubblici è dato dal blog della cattedra “Comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali” dell’Università di Salerno www.dirittodiaccessocivico.it.
Per qualsiasi ulteriore proposta o richiesta di approfondimento vi chiediamo di commentare questo articolo o di commentare nel gruppo su FB.
2 commenti