Il Sito di Interesse Nazionale di Pitelli contaminato da sostanze tossiche e cancerogene quali piombo, metalli pesanti, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), PCB, furani e diossine, come emerge dall’ultima relazione riassuntiva presentata lo scorso 18 febbraio 2014 durante l’audizione di ARPAL in Commissione Ambiente del Senato, è stato declassato a Sito di Interesse Regionale con decreto a firma dell’allora ministro Corrado Clini l’ 11 gennaio 2013. Come specificato sul sito del comune di La Spezia, (che non riporta altri dati, ndr aggiornamento al 8/06/2014) “dalla data di pubblicazione del Decreto, per le aree ricomprese nel sito Pitelli la Regione subentra al Ministero nella titolarità delle procedure degli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica previste dal Titolo V della parte IV del Dlgs 152/06.”

All’inizio del 1979 sul sito, soggetto a vincolo paesistico, era stato proprio il Comune della Spezia a rilasciare concessione per la “discarica controllata di materiali inerti e di interramento di rifiuti provenienti da lavorazioni industriali”. Discarica che fu purtroppo poco “controllata” e che diventò deposito di rifiuti tossici di ogni genere, tanto che in merito allo stato delle bonifiche e delle indagini giudiziarie che hanno interessato i proprietari del sito, la Commissione d’Inchiesta Parlamentare sul traffico dei Rifiuti Illeciti della XIII Legislatura nel 1999, pubblicò una relazione apposita per ricostruire le intrigate vicende che hanno determinato il forte impatto ambientale e sanitario di Pitelli sulla popolazione spezzina.

Dati  sullo stato di avanzamento della bonifica sono sul sito di ARPAL  il quale specifica che il sito  “si estende su una superficie di circa 4 km2, a quote variabili tra il livello del mare e circa 180 m s.l.m., distribuita nella parte orientale del Comune della Spezia e su piccole porzioni dei Comuni di Arcola e Lerici; nella perimetrazione del Sin – Sito di interesse nazionale – di Pitelli è stata ricompresa anche l’area a mare del Golfo della Spezia, delimitata dalla diga foranea portuale (superficie pari a 1564 ha).  Si tratta di un territorio sottoposto a pressioni ambientali (discariche, attività industriali e militari, cantieri, etc) oggetto, fin dagli anni ’90 , di varie e successive azioni di indagine e monitoraggio svolte dagli Enti territoriali competenti (USSL-PMIP, Comune, Provincia, ARPAL).

Secondo il rapporto Sentieri 2011(lo Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, curato dall’ISS), infatti

“nel SIN risultano in eccesso la mortalità per tutti tumori e per le malattie dell’apparato respiratorio negli uomini. Sono in difetto in entrambi i generi la mortalità per tutte le cause e per malattie del sistema circolatorio; le malattie dell’apparato respiratorio e digerente sono in difetto tra le donne. Risultano in eccesso negli uomini la mortalità per il tumore dello stomaco, del polmone, della pleura e per malattie dell’apparato respiratorio. Risultano in difetto la mortalità per malattie respiratorie acute fra gli uomini, per malattie dell’apparato respiratorio fra le donne. (…)Alla luce dei risultati di SENTIERI e dell’insieme delle conoscenze epidemiologiche relative al SIN di Pitelli si raccomanda l’acquisizione dei dati relativi all’esposizione sia occupazionale sia ambientale”.

Acquisizione non ancora completata visto che manca un’indagine epidemiologica, estesa a tutta la città, richiesta da cittadini, associazioni e comitati ratificata dal consiglio comunale dell’10 marzo 2014. E che con il declassamento del Sito dal programma nazionale delle bonifiche e l’esclusione dal programma di monitoraggio epidemiologico del terzo Sentieri (anche perchè manca il Registro Tumori) come denunciato dai medici di ISDE, rischia di essere realizzata con forti lacune.  

Così come nuovi interventi ad opera del Corpo Forestale hanno rivelato nuove aree contaminate fuori dalla perimetrazione del sito contaminato proprio nei giorni scorsi.

Qui la mappa dell’intero sito a cura del Comitato SpeziaViadalCarbone

Qui il link al reportage di ToxicLeaks di Andrea Palladino

 

 

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