“Viva gli alberi, viva la memoria della resistenza antifascista!”. Una piccola, grande vittoria, ma molto significativa, a tutela del verde bene comune, che riuscirà a far convivere la costruzione del futuro Museo della Resistenza in Piazza Baimonte a Milano, con il maestoso glicine di oltre 300 metri quadrati del Circolo Ex Combattenti e, si spera, i tigli dei giardini dedicati alla vittima della ‘ndragheta, Lea Garofalo. Una lotta civica che ha unito cittadini e associazioni come il Comitato Baiamonte Verde Comune, Libera Milano, Circolo Arci Lato B, il circolo di Legambiente Zanna Bianca, l’associazione Vivi Sarpi e appunto, il Circolo Ex Combattenti e Reduci e l’ANPI.
La petizione popolare, con oltre 52mila firme, promossa da Giardini in Transito, il Giardino comunitario dedicato alla memoria di Lea Garofalo, ha fermato l’abbattimento del glicine, presente nella piazza e si spera, ridurrà anche l’abbattimento dei tigli presenti nel giardino dedicato a Lea Garofalo. Presidi, mobilitazioni e il “dibattito pubblico” su social e media, hanno portato, infatti, a più miti consigli il comune di Milano e il sindaco Sala che, solo nelle scorse settimane aveva invece contrapposto la costruzione del Museo della Resistenza all’abbattimento del glicine, dichiarando il progetto immodificabile.
Come dichiarano i promotori della petizione “abbiamo raggiunto il primo obiettivo, ossia la convocazione di un tavolo tecnico su cui confrontarsi per fare convivere Museo della Resistenza e alberature, in linea anche con la posizione espressa dal presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo”.
Dal tavolo tecnico, come ricorda anche il consigliere comunale dei Verdi, Carlo Monguzzi, è emersa una mediazione con la salvaguardia della pianta madre del glicine, assieme al bagolaro e a un tiglio, “mentre è in corso uno studio per rendere possibile la salvaguardia di almeno altri due tigli”.
Ma le considerazioni sono anche altre: “Spiace che questo confronto tecnico sia avvenuto a progetto esecutivo in atto quando invece sarebbe bastato pensarci per tempo per salvare tutti i tigli”, dichiarano i promotori della petizione, ribadendo come “la mobilitazione dell3 cittadin3 è servita e ha portato a un concreto, importante risultato positivo e toglie ogni spazio a supposte incomparabilità tra Museo e alberi”.
Come precisa il consigliere comunale Carlo Monguzzi, “il glicine non interferisce, e non ha mai interferito, col manufatto del Museo della Resistenza. Ce lo hanno confermato durante lo scambio di consegne, il progettista e l’agronomo del comune . E quindi non vi sarà alcuna modifica del progetto dal lato glicine perché non ce n’è alcuna ragione”.
“Quello che è certo è che se non ci fosse stata la mobilitazione dei cittadini il comune avrebbe abbattuto un glicine di 300 mq la cui unica colpa era ed è quella di esistere“, sottolinea Monguzzi. Dall’altra parte cittadini, comitati e associazioni ribadiscono quello che il concetto alla base del monitoraggio civico: i cittadini devono occuparsi delle decisioni, dei progetti e seguire il loro stato di avanzamento, se vogliono tutelare l’ambiente anche nelle zone urbane e in città.
L’unico modo per salvare un altro piccolo pezzetto di verde, necessario per rinfrescare la città in vista di estati sempre più torride, creare ombra, assorbire anidride carbonica, nel capoluogo lombardo che, solo nel 2022, come ricorda il rapporto ISPRA 2022 ha aumentato di 75 ettari il suolo cementificato.
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