Foto di Rosy Battaglia – maggio 2023, Golfo di Taranto
La lavorazione del nostro prossimo documentario-inchiesta “Taranto chiama” è in corso. Parleremo del futuro possibile e sostenibile di questa bellissima città. Ma intanto seguiamo, grazie ai cittadini, agli attivisti, alla stampa locale, ciò che accade giorno per giorno.
Il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha emesso il 23 maggio 2023 una ordinanza in cui si dice testualmente “Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria, ognuna per le proprie competenze e responsabilità, hanno 30 giorni di tempo per individuare gli impianti responsabili dell’aumento della concentrazione di benzene registrata dalle centraline atmosferiche“.
Prescrizione che ricalca l’analogo provvedimento del 2020, intimando ai due soggetti di individuare una soluzione tempestiva al problema. Senza la quale, entro 60 giorni dall’ordinanza bisognerà procedere allo spegnimento degli impianti dell’area a caldo, scrive il comune di Taranto.
«Abbiamo ricevuto da Asl evidenze chiare rispetto al rischio per la popolazione – le parole del primo cittadino – in particolare riguardo al danno provocato dall’aumento della media annuale della concentrazione di benzene, anche se al di sotto dei limiti di legge. Un’ulteriore relazione di Arpa ci ha consentito di correlare i picchi registrati all’attività dell’acciaieria, per questo l’ordinanza è mirata ad AdI e Ilva in as. Abbiamo applicato quella precauzione che ci assegnano le norme, rispetto a un problema che era stato già sollevato e affrontato anche all’interno dell’osservatorio ispirato all’articolo 41 della Costituzione, che abbiamo insediato a gennaio. I nuovi elementi ci hanno messo nelle condizioni di procedere e ora attendiamo le necessarie risposte».
Pronta la risposta dell’associazione Peacelink che da mesi, attraverso il monitoraggio civico ambientale, ha denunciato ciò che sta succedendo.
“L’ordinanza del sindaco di Taranto sul benzene giunge dopo una lunga e costante serie di segnalazioni di PeaceLink sui picchi di benzene e sul trend in aumento nel quartiere Tamburi.
Il lavoro di costante documentazione svolto da PeaceLink sui social network è stato un esperimento unico in Italia di citizen science basato su tecnologie digitali. Ogni volta che aumentava il benzene partiva in automatico dal software Omniscope un tweet su Twitter per avvisare l’opinione pubblica e le autorità.
Ciò che prima era considerato semplice “allarmismo digitale” è poi diventato la base su cui svolgere un’istruttoria ufficiale da parte di ASL e Arpa.
Il lavoro di istruttoria svolto dall’Arpa Puglia e dalla Asl di Taranto è stato fondamentale per rendere sufficientemente robusta l’ordinanza che, va detto, non era più procrastinabile di fronte alle evidenze acquisite e al paradossale verificarsi di eventi emissivi anomali proprio ora che erano state installate le tecnologie SOPRECO nella cokeria per ridurre le emissioni.
Occorre adesso rendere permanente l’effetto dell’ordinanza portando le evidenze tecnico-scientifiche di ASL e ARPA all’interno della nuova procedura di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). La cokeria pertanto non va più riautorizzata. Invece l’azienda chiede di triplicare la produzione del carbon coke, da un milione a oltre tre milioni di tonnellate/anno.
Con buona pace di chi ha creduto nella decarbonizzazione parlandoci di una transizione all’acciaio verde. Stiamo andando invece verso una transizione opposta, con la richiesta di rifacimento dell’altoforno 5 e con il raddoppio della produzione di agglomerato.
L’ordinanza del sindaco segna un punto di svolta che deve riportare al centro il tema della Valutazione del Danno Sanitario. Senza certezze per la salute l’area a caldo dell’ILVA va fermata in sede di autorizzazione integrata ambientale, rigettando – sulla base delle abbondanti evidenze ambientali e sanitarie – ogni autorizzazione a produrre per i prossimi 12 anni”.
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