Care e cari sostenitori di Cittadini Reattivi,
scrivo questo numero di newsletter in un momento molto particolare per la nostra associazione, oltre che mio personale, nel venerdì santo che precede la Pasqua.
Al di là delle credenze religiose di ognuno la Pasqua segna universalmente il momento della rinascita, dopo il buio, il dolore e la morte. Stiamo vivendo tutti, a differenza della narrazione edulcorata della propaganda politica nazionale, un periodo molto difficile, in cui si rischia di rimanere schiacciati dalla crisi economica, sanitaria, ecologica e sociale e dal disastro della guerra. ì
Un momento storico in cui l’esercizio dei nostri diritti umani e sociali è indispensabile ora più che mai, in netta contrapposizione con chi ci vorrebbe sudditi e non cittadini pensanti e monitoranti. E quindi, cosa possiamo fare? Possiamo rafforzarci, motivarci l’un l’altro e non perdere la speranza di poter cambiare ciò che non va.
E’ il tempo di innescare tutte le strategie di solidarietà possibili, pur nelle difficoltà quotidiane di ognuno. E occorre perseverare. Anche per questo, nonostante la pandemia abbia indebolito il nostro team, sto, stiamo lavorando alla ripresa della nostra attività di (in)formazione civica. A partire da CIVIC INN la scuola di cittadinanza reattiva e scientifica che metterà in rete attivisti ed esperti di più generazioni e di più regioni d’Italia, comunità e territori, insieme a ISDE – Medici per l’Ambiente e l’Osservatorio per la Comunicazione e informazione nella Pubblica Amministrazione dell’Università di Salerno e i Fridays for Future.
Sono al lavoro, come sapete, anche per il nostro documentario-inchiesta “Taranto chiama”, che ci vede tutti coinvolti ora più che mai. In queste ore la comunità tarantina sta vivendo il rito pasquale con particolare devozione e raccoglimento. Ed è proprio dal lento incedere dei “Perdoni”, le coppie di pellegrini scalzi che vanno in processione verso i sepolcri posti nelle chiese più antiche della città, che possiamo riflettere sul senso di queste giornate.
Ci vengono in soccorso le parole di Padre Tonino Bello, vescovo pugliese mancato trent’anni fa, alla guida di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace, che arrivò a Sarajevo durante il conflitto balcano nel dicembre del 1992.
(…) “Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte. Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo”.
Ecco: che i macigni personali o pubblici che ci opprimono possano rotolare via e possa tornare l’entusiasmo dell’essere solidali, del fare per il bene comune. Ne abbiamo tutti bisogno.
Buona Pasqua
Rosy Battaglia per Cittadini Reattivi APS
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