Come ci ha ricordato Grammenos Mastrojeni, Vicesegretario generale aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo, al termine della COP27, la conferenza delle parti per il clima, l’accesso a un ambiente salubre è stato dichiarato diritto umano dal Consiglio per i diritti delle Nazioni Unite, esattamente un anno fa. 

Motivo per cui ci interroghiamo rispetto a ciò che sta accadendo nel nostro Paese e a Taranto, definita dalla stessa ONU “zona di sacrificio”. Dove la crisi di liquidità di Acciaierie d’Italia ha bloccato completamente l’indotto e sta avendo ricadute fortissime sull’occupazione, come riportano le cronache. “Lo stabilimento Ilva di Taranto non ha un futuro né economico né ecologico”, afferma il professor Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, che aggiunge come lo Stato oramai dovrebbe solo preservare il futuro dei lavoratori Ilva e delle loro famiglie perchè “con un sostegno economico all’azienda si rischia di bruciare miliardi di euro per colmare i buchi di bilancio”. E’ giunto il momento di pensare a “un piano B per le aree di crisi, fra cui Taranto, basato sulle bonifiche e su una riconversione economica finalizzata alla transizione ecologica.”

Il nostro documentario Taranto Chiama metterà alla luce la diatriba salute-lavoro, le ricadute ambientali e sanitarie legate all’inquinamento ma soprattutto chi sta già lavorando al piano B, nella stessa capitale della Magna Grecia, nel silenzio delle istituzioni. Ma perché un progetto di informazione indipendente può essere utile al cambiamento? Un esempio dell’utilità del nostro lavoro è emerso dal workshop ​​”Il racconto della salute. Le evidenze della sanità narrativa” organizzato dall’Associazione Italiana di Epidemiologia, dove la nostra Rosy Battaglia  ha presentato alla platea dei giovani epidemiologi “il racconto della salute pubblica” proprio attraverso le inchieste e i documentari che testimoniano la resilienza e l’attivismo civico per la salute delle persone che vivono nei siti contaminati, da Casale Monferrato, alla Valle del Sacco, fino a Brescia e a Taranto.

Proprio a Casale Monferrato torneremo il 2 dicembre in occasione del Premio Ambientalista dell’Anno e del Festival della Virtù Civica, dove è candidata la pediatra Annamaria Moschetti, intervistata da Greenme nella scorsa settimana. Tra gli appuntamenti dal vivo segnaliamo che sabato 3 dicembre a Genova verrà proiettato il documentario “Io non faccio di niente” al Club Amici del Cinema di Genova – Sampierdarena e verrà presentata la campagna Taranto Chiama, alla comunità genovese. Un invito importante che rientra esattamente nell’impresa lanciata da questa campagna: la solidarietà verso Taranto, da parte di chi, almeno in parte, ha risolto o eliminato, come Trieste e Genova, le “aree a caldo” responsabili delle emissioni incontrollate e dei gravi impatti su ambiente e salute degli operai e delle popolazioni.  

Infine, tantissimi i ringraziamenti anche per questa settimana, per chi ha donato e per chi ha dedicato attenzione alla nostra campagna. Grazie alla redazione di Italia che cambia, alla redazione di Terre di Mezzo, che hanno deciso di donare, al Centro Studi Sereno Regis 

Grazie a NA StartUp e alla rete delle startup d’innovazione di Napoli e della Campania per l’attenzione dedicata al nostro progetto nella diretta di mercoledì 23 novembre. Grazie a Jacopo Fo, alla redazione di Ecquologia e dell’EcoFuturo Festival per aver anticipato al grande pubblico un articolo di Sergio Ferraris, direttore di Quale Energia, proprio sulla campagna di crowdfunding del nostro documentario. 

Puoi sostenere  la campagna Taranto chiama con una libera donazione, condividendo il nostro trailer ufficiale  e la stessa campagna su Produzioni dal Basso sui tuoi social, organizzare un incontro online o dal vivo per discutere insieme di ciò che è davvero sostenibile per la vita umana e per l’ambiente.
Ad oggi siamo più di 100! Grazie di cuore a chi dalla Lombardia alla Puglia lo ha già fatto e abbiamo raggiunto i primi 6.466 euro. C’è tempo fino a 31 dicembre– Sostieni anche tu il cinema reattivo e dona qui!

Grazie.
Nicola Petrilli per Cittadini Reattivi APS

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