[articolo aggiornato alle 16.25 del 8/2/2021]
L’industria Caffaro a Brescia non ha mai smesso di essere fonte inquinante, come denunciano i cittadini bresciani da decenni, insieme alla magistratura inquirente. Oggi 8 febbraio 2021 la Procura di Brescia con l’intervento dei Carabinieri Verdi ha messo il sito, situato in linea d’aria a un chilometro dal centro città, sotto sequestro giudiziario. Anche a seguito delle ispezioni e analisi Arpa che all’11 gennaio 2021 hanno rilevato la presenza di cromo esavalente con valori dalle 10 alle 15 volte in più del già gravissimo inquinamento storico del sito.
Nel rapporto Ecomafia 2020 di Legambiente, il Sin Caffaro di Brescia è citato come uno dei simboli dello scandalo delle bonifiche mancate in Italia. Quelle aree su cui grava un passato industriale (e spesso ancora un presente come a Taranto) irrispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini. Sempre lo scorso 4 settembre 2020 il ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva annunciato l’approvazione del piano di bonifica.
“Quanto sta accadendo in queste ore nel Sin Caffaro di Brescia è frutto di due anni di indagini e di lavoro incessante per riscrivere la storia di quel sito, che tanto dolore ha causato a migliaia di cittadini. Li incontrai il 20 novembre 2018 in un lungo pomeriggio di racconti e mi portarono dati, denunce, analisi cliniche. La Procura distrettuale della Repubblica di Brescia, Arpa e i Carabinieri forestali, che ringrazio, hanno compiuto un lavoro certosino e oggi le indagini danno ragione a quei cittadini” ha dichiarato proprio il ministro Costa apprendendo del sequestro.
Bonifica che è un atto indispensabile, pena la perdita degli stessi finanziamenti dal Cipe per l’utilizzo delle risorse (oltre 70 milioni di euro) del Piano operativo “Ambiente” – Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, che fissa il termine per l’affidamento dei lavori al 31 dicembre 2021. La procura di Brescia, il 24 dicembre 2019, aveva già disposto il sequestro probatorio, ad opera dei Carabinieri Forestali, di 25 capannoni pieni di veleni e ribadito nel luglio 2020 come lo stabilimento non abbia mai smesso di essere una fonte inquinante, con perdite di mercurio e cromo da serbatoi e vasche esterni.
I magistrati bresciani avevano già iscritto, il 28 ottobre 2019, nel registro degli indagati otto persone per inquinamento ambientale e gestione non autorizzata di rifiuti. Tra queste, anche il commissario straordinario alla bonifica, Roberto Moreni, e Marco Cappelletto, commissario liquidatore della Caffaro Chimica. Proprio all’indomani della manifestazione voluta dal coordinamento Basta Veleni che ha portato in piazza oltre 12mila cittadini bresciani, per la seconda volta nel giro di tre anni. Con un movimento civile che già dal 2013 aveva chiesto l’attenzione dello Stato.
Una comunità provata da una pressione ambientale fortissima, una delle più colpite dall’epidemia da Covid-19 insieme a Bergamo e Milano. La provincia di Brescia è il capolinea di quasi tutti i rifiuti speciali lombardi e dunque di gran parte di quelli nazionali, con quasi 60 milioni di metri cubi di rifiuti e veleni interrati, discariche autorizzate e fantasma, emissioni e qualità dell’aria fuori controllo, falda contaminata da cromo esavalente, solventi clorurati, diossina e PCB. Oltre l’inceneritore più grande d’Italia, centrali a carbone e traffico viario. Il tutto sommato a un cattivo stato di salute dei suoi abitanti, a partire dai bambini e uno dei tassi più alti di mortalità per tumore in Italia.
Tutto ciò lo avevamo scritto a novembre 2019, lo abbiamo raccontato nel nostro documentario-inchiesta Io non faccio finta di niente che racconta le lotte civiche per le bonifiche a partire dal 2013. Documentario andato online in prima nazionale lo scorso 22 dicembre 2020. In cui il ministro Sergio Costa, nostro ospite, aveva ribadito la necessità di dover intervenire celermente in una situazione sempre più drammatica. Il nostro lavoro di inchiesta è apparso su La Nuova Ecologia, La Stampa, Valori.it e Radio Onda d’Urto.
Anche per questo ne parleremo insieme ai protagonisti delle lotte civiche nella serata di venerdì 19 febbraio 2021 dalla nostra pagina Facebook e Youtube, a partire da Marino Ruzzenenti, storico dell’ambiente e autore del libro “Un secolo di cloro e Pcb” e dell’ultimissimo “Primavera ecologica”, con Stefania Baiguera e Raffaella Giubellini di Basta Veleni.
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