Pubblichiamo l’appello di Anna Scalfati, ex giornalista Rai, all’Unione Europea per salvare il Lago di Paola, a Sabaudia, in provincia di Latina, dove l’Italia rischia l’ennesima infrazione per aver “violato palesemente la Direttiva Habitat”.
Scopo della Direttiva Habitat, secondo il Ministero dell’Ambiente, è proprio quello di 

salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati.

Fonte: Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare

La famiglia Scalfati è custode del lago e dei terreni che ne proteggono le foci in mare dal 1700. Inizialmente come affittuari, lo acquistarono poi a fine ‘800 a un’asta pubblica, così da preservarlo negli anni come Azienda Ittica che permise loro di sviluppare l’allevamento di pesci e mitili.

Foto: aziendavallicola.it

Il Lago di Paola è compreso all’interno del comune di Sabaudia e del Parco Nazionale del Circeo, si estende per una superficie di circa 3,9 km² ed è separato dal mare dalla duna litoranea, mentre il ricambio idrico è assicurato da due canali artificiali.
Il Lago fa parte delle zone umide protette da Direttive Comunitarie, zona Mab Unesco e dal Trattato Internazionale di Ramsar.
L’uomo è presente sulle rive del lago fin dalla preistoria ma oggi la zona è fortemente antropizzata ed è soggetta a numerosi tentativi di speculazione per la presenza sulla sua sponda della città di Sabaudia. Rimane a rischio di scarichi abusivi e di fitofarmaci di carattere agricolo che mettono in pericolo le attività legate alla pesca e la biodiversità. Come si legge ulteriormente nell’appello di Anna Scalfati sono moltissime le problematiche legate alle mafie e alle loro attività criminali, dal riciclaggio al traffico di rifiuti: Sabaudia è la seconda città nel Lazio per beni confiscati.

Come avevamo rilanciato sulla nostra newsletter di venerdì 6 novembre, potete sempre firmare la petizione lanciata da Anna Scalfati a questo link.

Segue, per intero, l’appello di Anna Scalfati rivolto all’Unione Europea:

“Tredici anni in trincea per l’Ambiente.
Vivo una anomalia grazie alla quale però il Parco del Circeo è salvo- afferma l’ex conduttrice della Rai in una nota- ho ereditato un lago, sono l’unica donna in Europa a gestire una laguna e una Azienda di pesca e questo risale al 1700 quando i miei antenati la ebbero in affitto dallo Stato Pontificio. Poi, nel tempo le battaglie per preservare il lavoro dei pescatori dalla voracità del cemento, battaglie fatte da mio padre e convalidate da numerose sentenze della Cassazione a Sezioni Unite.
Il lago è stato comprato regolarmente e lo Stato non è interessato a riprenderlo ma da tredici anni io combatto per fare osservare la legge nazionale ed europea. Ho dovuto lasciare il mio lavoro in Rai e vivo in una condizione di pericolo costante per i numerosi interessi illeciti presenti.
Le mafie, la zona grigia si muove come una macchina da guerra ben oliata. Tredici anni fa avevano predisposto la devastazione rilevando dalla Fallimentare di Latina un cantiere e facendo costruire scafi di 40 metri, alti nove dal valore di otto milioni di euro l’uno. Fecero saltare con la dinamite la Chiusa Pontificia nel canale di epoca Augustea. Nonostante le denunce il canale è rimasto pericolante e le barche sono state bloccate da sei interrogazioni parlamentari e da una mobilitazione generale della stampa promosse personalmente attraverso la mia rete professionale.
Esaurito l’attacco sul lago la macchina degli interessi si è spostata sui canali, canali collegati con il mare e quindi fondamentali per il mantenimento della biodiversità, così come evidenziato nella Direttiva Habitat che indica il Lago come Laguna ovvero “habitat prioritario” censito con la sigla IT6040013.
Con una banale richiesta di quota ereditaria è stata avviata al tribunale di Roma la richiesta di divisione in lotti del Lago di Paola e dei suoi canali. Domanda inaccoglibile alla sola lettura dei protocolli tra Enti Pubblici (Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica) volti al mantenimento dell’area che pur privata rappresenta il polmone del Parco del Circeo.
Ho presentato in questi due anni decine di denunce e sono stata interrogata dai Carabinieri ma non è successo nulla. Nel frattempo, il progetto di divisione in lotti è andato avanti passando dalle mani dell’ex giudice Antonio Savasta (arrestato lo scorso anno) a tecnici che nei giorni scorsi hanno presentato un progetto che va contro tutte le normative nazionali e internazionali poste a tutela del sito.
La Regione Lazio si è espressa in virtù delle deleghe legislative attribuitele con l’art.117 della Costituzione ma tale parere non è stato preso in nessuna considerazione.
Per obbligarmi a firmare una divisione in lotti del Lago di Paola, sede della prossima prova di Coppa del Mondo di Canottaggio, sede della più importante Caserma della Marina Militare Italiana, sede di esercitazioni della Nato, hanno bloccato le attività della Azienda di pesca, riattivata sempre grazie ad una incessante attività di denuncia.
Oggi ho inviato a Bruxelles la denuncia di violazione dell’art.6 comma 2 della Direttiva Habitat.
Ho scoperto che l’Italia ha una procedura di infrazione per tutti i siti di Interesse Comunitario per inadeguatezza dei Piani di Gestione. Da giornalista ritengo che sia in atto una, solo a volte inconsapevole, perdita di suolo. Una barbarie pari alla devastazione della Foresta Amazzonica.
Non ce lo possiamo permettere. Non possiamo lasciare che attraverso meccanismi apparentemente leciti si cannibalizzino le risorse ambientali.  Non possiamo fermarci. Oltre quindi alla denuncia partirà oggi stesso una richiesta di aiuto tramite Change Org. Una petizione per salvare il Lago di Paola. Chiedo una interlocuzione diretta per creare una Fondazione e che il Lago di Paola sia la rinascita della Economia compatibile, legale e che contrasti le n’drine, la camorra, la mafia autoctona (i clan degli zingari) e con loro la quantità immensa di denaro frutto di riciclaggio che nella città delle Dune (Sabaudia) vogliono investire per la “loro” sporca economia.
Sabaudia è la seconda città nel Lazio per Beni confiscati alle Mafie e nel 2007 quando il Lago era descritto sul sito della regione come “Porto” in consiglio comunale sedeva Rosa Di Maio, figlia di Salvatore Di Maio al quale in questi anni sono stati sequestrati milioni di euro dall’Agenzia per i Beni Confiscati. E con lei sedevano molti che continuano a fare politica in tutto il territorio pontino. Le mafie ormai, come dice Gratteri, sono i colletti bianchi. Aste immobiliari che ingrassano professionisti e che si collegano a fallimenti ad hoc. 
Ho denunciato tutto questo in tutte le sedi. Il mio libro è pronto ma non riesco a correggere le bozze. Perché gli invisibili che vogliono occupare il Litorale Laziale sono all’opera e l’unica possibilità che ho è fargli sapere che non mi arrenderò. Il mio più grande alleato è il Presidente Mattarella, garante dei diritti inviolabili sanciti dalla Costituzione.
In questi anni ho promosso il Contratto di Lago e protocolli per la tutela del Lago con Legambiente e Marevivo.
Ho denunciato la presenza di scarichi fognari, di fitofarmaci legati all’agricoltura intensiva ma la burocrazia è lenta. Ormai siamo al modello ILVA in tutto il Paese: lavoro in cambio di salute.
Ma nel sud pontino è storia vecchia che risale alla Cassa per il Mezzogiorno: aziende aperte e richiuse con un danno ambientale evidente. Crescita dei tumori e inquinamento, basti pensare alla Valle del Sacco.
Non sono giovane come Greta Thunberg ma ho la stessa anima. Mi indigno, piango e non mi arrendo”.

Foto: aziendavallicola.it

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