Riceviamo e pubblichiamo dalla nostra rete nazionale, l’intervento dell’avvocato Giusi Nanè del Comitato Stop Veleni di Augusta Priolo Melilli, in provincia di Siracusa. L’aria pulita è un diritto di tutti, specie per chi vive intorno ai poli industriali. Eppure sembra che la salute, in Italia, debba ancora essere sacrificata in nome del lavoro. Ora tocca alle istituzioni fare la loro parte. E i cittadini continuano a vigilare.


Centrale A2A di San Filippo del Mela, Milazzo ph. Vince Cammarata | Fosphoro per Cittadini Reattivi

“Per la prima volta nella storia del mondo ogni essere umano è sottoposto al contatto con sostanze chimiche pericolose, dal momento del concepimento fino alla morte”

 scriveva Rachel Carson sessanta anni fa. In certi siti molto più che in altri, possiamo oggi aggiungere con certezza. 

Ci sono questioni così aggrovigliate che dipanarle sembra un mestiere quasi impossibile. 

Ci sono pensieri così funesti che prendersene cura riempie il cuore e la mente di tristi presagi. Tuttavia, quando si parla di salute e di inquinamento e di industrie (e che industrie) e di amministratori della Cosa Pubblica e di sanità e di politica, quanto sopra detto assume una misura massivamente esponenziale. 

E così può succedere che i cittadini di una regione debbano attendere oltre un decennio per vedersi ricevere un piano di risanamento della qualità dell’aria che favorirà le iniziative anti inquinamento persino in quella provincia ove fitto si insedia da decenni un grande agglomerato industriale. 

Il laborioso e lunghissimo lavorio assume la veste di ciò che comunemente porta il nome di Piano di Tutela della Qualità dell’Aria. Allora va da sé che gli abitanti di quella regione esultino, dando il benvenuto alla tanto attesa ‘ospite’ auspicandone il più duraturo e confortevole soggiorno. 

E chissà quante fantasie albergano nelle menti dei tanti plaudenti attorno al meraviglioso Piano finalmente prodotto!  D’ora in poi tutto cambierà. Senonché.

Un bel giorno, troppo vicino in verità ai celebrati festeggiamenti, si ha notizia che tutte le aziende del poderoso polo industriale di quella provincia, un tempo il più grande d’Europa, oggi leggermente retrocesso in classifica, impugnano dinanzi al TAR il Piano.

“Troppo stringente, troppo costoso per le imprese che dovranno renderlo esecutivo, troppo breve la tempistica di realizzazione. Se davvero ci si dovrà attenere a quei limiti imposti, che in verità i gestori già si vantano di rispettare ma che a causa di una distorta percezione della realtà, a loro dire, nessuno vuol riconoscerlo, sarà meglio chiudere i battenti. E tutti a casa”. 

Qualcosa non va! Forse è solo un problema comunicativo.

Alcuni Comuni hanno depositato ricorso ad opponendum per contestare questa levata di scudi degli industriali, altri si sono messi da parte, come chi sta a guardare dietro gli scuri delle finestre, e ci sono infine Comuni che non si sono risparmiati, nella strenua difesa degli industriali che, poverini, più di così, cosa gli si vuol chiedere ancora! Comuni che hanno inveito contro la Regione poiché ha smesso finalmente di strizzare l’occhio a quei ‘benefattori, produttori di posti di lavoro’. E che ci voleva. 

In attesa di comprendere come evolverà giuridicamente la questione, in attesa di assistere finalmente ad un insorgere di coscienze, di chi vorrà finalmente voltare le spalle allo storico ricatto occupazionale e alla sudicia dicotomia salute-lavoro, il Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria non si tocca. 

“Il Piano di Tutela della Qualità dell’Aria non si tocca” e a dirlo sono soprattutto i locali difensori del territorio, quei comitati spontanei, quelle associazioni che hanno a cuore la salvaguardia del paese e che da subito hanno detto chiaramente da che parte stare.

Gli stessi comitati che in queste settimane stanno facendo circolare un documento, un’istanza alle amministrazioni.   Il documento veicola una proposta di delibera che le amministrazioni sono invitate ad adottare, soprattutto in un momento in cui la confusione regna sovrana e voci di popolo narrano di una volontà della Regione di cedere alle richieste degli industriali. 

Giusi Nanè –  Comitato Stop Veleni – Augusta Priolo Melilli Siracusa

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