20 marzo 1994. Venivano uccisi in Somalia, a Mogadiscio in un agguato, la giornalista Ilaria Alpi e il cameramen Miran Hrovatin, entrambi della redazione del Tg3, che da diversi anni documentavano il conflitto somalo e il fallimento della missione umanitaria ONU. Intercettando nelle loro inchieste il traffico di armi e rifiuti internazionali. Quello stesso traffico che, secondo gli ultimi documenti declassificati dalla Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti lo scorso 8 febbraio, guidata da Alessandro Bratti, ha riempito il nostro Mediterraneo di navi a perdere, colme di rifiuti tossici e radioattivi.
A distanza di 23 anni giustizia non è stata fatta. La Corte d’appello di Perugia ha assolto il somalo Hasci Omar Hassan ingiustamente accusato di aver partecipato al commando che ha assassinato i due giornalisti, solo lo scorso 31 gennaio 2017.
Anche per questo, Cittadini Reattivi sottoscrive e invita alla sottoscrizione dell’appello di Legambiente e della redazione di Rai3 al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui si chiede “ di porre fine ad lunghissima storia di bugie e ingiustizie, di mettere in atto tutte le azioni possibili perché il Governo, il Parlamento e la Magistratura facciano luce definitivamente su un duplice omicidio rimasto senza colpevoli, perseguendo chi ha depistato e ha sistematicamente occultato la verità”.
Un appello di verità e giustizia, che possa aiutare a fare luce su quello che la desecretazione degli atti ha riportato recentemente alla luce. Come scrive Antonio Pergolizzi, tra i curatori del rapporto Ecomafie “uno dei documenti desecretati dalla Commissione comprende una lista di 90 navi affondate nel Mediterraneo tra il 1989 e il 1995 in mano ai Servizi e legati a indissolubilmente a “presunti traffici di rifiuti tossici e radioattivi”. L’elenco, dicono le carte, era stato spedito alla procura di Reggio Calabria, alla Presidenza del Consiglio (Governo Dini) e al ministero della Difesa, ma rimase in qualche cassetto. Perché? Non sorprende affatto che in quell’elenco ci fossero anche i nomi delle 27 navi sulle quali stava indagando Natale de Grazia, vera anima del pool istituito dalla procura reggina per indagare su quegli affondamenti, morto per avvelenamento proprio nel 1995, proprio durante uno dei viaggi legati a quelle indagini. Guarda caso, con la sua morte tutto si fermò”.
La Calabria. E’ ancora più significativa questa Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, istituita con la legge dell’8 marzo 2017, (prima firmataria Nerina Dirindin), che Libera, guidata da don Luigi Ciotti ha deciso di celebrare proprio a Locri. Rispondendo con fermezza e dignità a chi ancora oggi vuole tenere la testa china davanti alle mafie. Un percorso civile, sollecitato dai cittadini, dalla stessa Libera, Avviso Pubblico, delle realtà del terzo settore, delle scuole che, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritrovano ogni anno in tanti luoghi, per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie.
“Tra le navi attenzionate da De Grazia, la motonave Rigel, inabissatasi il 21 settembre del 1987 a largo della coste reggina di Capo Spartivento e per la quale un processo ha definitivamente accertato l’affondamento doloso, e la Aso, colata a picco il 16 maggio del 1979 al largo di Locri, senza dimenticare lo spiaggiamento della motonave Rosso dalle parti di Amantea, era il 14 dicembre del 1990. Monitorando il mare calabrese, la Capitaneria di Porto, nel 2011, censì l’esistenza in quei fondali di 288 relitti, anche se di prove dell’esistenza di rifiuti radioattivi non se ne sono mai avute. Ancora oggi, i pescatori devono stare attenti a dove calare le reti”
Quindi memoria e impegno, ma anche verità e giustizia. Guardando al futuro, pensando e lavorando a quali strumenti la società civile può e deve sviluppare per combattere le mafie e la corruzione.
Ad Ilaria, Miran e a tutti coloro che in Italia si battono e si sono battuti per verità e giustizia in nome dell’ambiente, della salute e della legalità.
Per saperne di più:
L’archivio storico della Camera dedicato al caso Alpi-Rovatin
Navi dei veleni, la mafia dietro gli affondamenti di rifiuti tossici di Antonio Pergolizzi su La Stampa Green
Libera – Associazione e Numeri contro le mafie
Rapporto Ecomafie 2014 dedicato a Ilaria Alpi, Miran Hrovatin e Roberto Mancini
Niente altro che la verità – Report – Sabrina Giannini