C’è un’emergenza che vediamo crescere sempre più. Riguarda la mancanza di tutela dell’ambiente, della salute e della legalità in quell’Italia tutta da bonificare che ormai quasi due anni fa abbiamo deciso di raccontare.
Da nord a sud avvilluppa e impedisce il vero riscatto del nostro Paese. Dopo la sentenza di prescrizione al processo Eternit che ha visto ancora una volta giustizia e diritto scorrere su due binari separati, avvertiamo come si sia giunti ad un punto di non ritorno in cui Stato e Istituzioni debbano assumersi delle chiare e precise responsabilità.
Anche per questo i cittadini che non si arrendono tornano in piazza, a Casal di Principe, sabato 29 novembre, ancora un volta dopo la grande mobilitazione del 16 novembre 2013 che vide oltre 100 mila persone a Napoli. Un’Italia unita che chiede, ancora una volta, tutela dell’ambiente, cure e azioni precise di prevenzione per la salute pubblica e di limitare il forte e drammatico impatto sociale chiamato ormai “biocidio“. Un biocidio a nord come a sud avvalorato da studi e indagini epidemiologiche e dalle testimonianze di chi soffre in prima persona. A Brescia come a Taranto, a Napoli come a Casale, a Milazzo come in Basilicata. Dal carbone come dall’amianto, dall’inquinamento atmosferico alle discariche in falda, dai PCB alle diossine.
Ancora una volta, aggiungiamo, mentre poco è nulla è stato fatto per arginare i disastri ambientali che continuano ad essere perpetrati nei nostri territori, con bonifiche al palo e un governo che prevede la maggior parte degli investimenti sulla old economy. Mentre la vera green economy dovrebbe ripartire proprio da ciò che sembra dato per perso, quei territori contaminati che dovrebbero essere amministrati, governati e monitorati con trasparenza e processi di partecipazione attiva dei cittadini e riportati al loro uso sociale.
Ecco perchè anche una delle comunità più colpite dall’ingiustizia ambientale perpretata nel nome del profitto ma che vede una’amministrazione locale virtuosa come Casale Monferrato sfilerà per le vie di Casal di Principe, in quella Campania Felix deturpata dai veleni, insieme al Coordinamento Comitato Fuochi, l’associazione Libera della sede provinciale di Caserta, al Comitato Don Peppe Diana, alla Nuova Cooperazione Organizzata, alla Rete degli studenti medi e universitari contro il biocidio, agli agricoltori di Casal di Principe-Acerra e di Villa Literno, con i Sindaci dell’Agro aversano, il Sindaco del Comune più virtuoso d’Italia, Frattaminore, il Sindaco di Acerra, nominato dall’Anci referente per il problema Roghi Tossici e il vescovo di Aversa, vicepresidente della Cei.
Quell’Italia unita che noi vediamo bene, che sta sviluppando strumenti articolati per implementare il proprio impegno sociale. Dalle piazze al web, fino ai presidi a Montecitorio, sino alle campagne contro lo SbloccaItalia, i cittadini e gli amministratori locali responsabili che non si limitano alla protesta ma offrono e propongono soluzioni e piani alternativi chiedono di essere ascoltati e di non essere dimenticati.
L’Italia migliore che non si arrende davanti a un Paese da bonificare. In tutti i sensi. Dalla cattiva politica, dall’immobilismo, dalla corruzione. Dallo sporco che non solo contamina la nostra terra, da nord a sud, i nostri fiumi, i laghi, i mari, ma le coscienze che in nome del profitto e del malaffare hanno chiuso gli occhi su ciò che stava avvenendo nella nostra Penisola.
Ed è tempo di cambiare.