Basta Vel-ENI, è quello che circa 300 cittadini, diverse associazioni e comitati ambientalisti hanno chiesto a gran voce durante la manifestazione di sabato 11 luglio a Stagno, in provincia di Livorno, proprio davanti alla raffineria Eni.
Una manifestazione definitasi a-partitica, voluta e organizzata da movimenti come Mamme no inceneritore, Zero Waste Italy, Collesalviamo l’ambiente, Medicina Democratica e dai ragazzi di Fridays For Future di Pisa e Livorno, anche se la questione ha una forte rilevanza politica: infatti, questo progetto, sottoscritto anche dalla Regione Toscana, è già al centro della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni regionali che avranno luogo a settembre.

 

La preoccupazione per la nascita di questo nuovo inceneritore però nasce dalla consapevolezza che l’area livornese è già tra le più inquinate d’Italia: a sostenerlo è il V Rapporto Sentieri del 2019.
Infatti, lo studio rivela che il SIN (Sito di Interesse Nazionale) di Livorno che coinvolge anche il comune di Collesalvetti registra livelli di inquinamento, dovuti alla presenza di raffinerie (Eni) e all’area portuale, molto alti causando un eccesso della mortalità per uomini e donne per tutti i tumori, mentre le donne sono colpite maggiormente rispetto agli uomini per le malattie del sistema circolatorio e dell’apparato digerente. Non solo, infatti il Rapporto Sentieri sottolinea che: “tra le cause con evidenza di associazione con le fonti di esposizione ambientali presenti nel sito valutata come Sufficiente o Limitata, si osserva un eccesso di mortalità per il tumore del polmone e per il mesotelioma pleurico in entrambi i generi”. (Pag 95, V Rapporto Sentieri, 2019)
Se la mortalità nel SIN di Livorno è in eccesso, anche per quanto riguarda l’ospedalizzazione i dati non sono confortanti: ad esempio, si osserva un eccesso di ricoverati per i tumori del polmone e della pleura causati proprio alle esposizioni ambientali presenti nel sito. E per quanto riguarda i più giovani? La situazione è decisamente drammatica in ogni fascia d’età. Vi è, infatti, un eccesso di mortalità per tutti i tumori in età giovanile (20-29 anni), un eccesso di ricoverati per malattie respiratorie acute e asma in età pediatrica e “per le condizioni morbose di origine perinatale nel primo anno di vita”. Un ulteriore dato fornito dal Rapporto Sentieri riguarda quello dei nati nei due comuni nel periodo 2002-2015: ci sono stati ben 576 nascite con casi di malformazioni congenite.
Numeri e situazione che ricordano molto quella che si vive quotidianamente a Taranto, anche qui le associazioni, vista la situazione preoccupante, chiedono che venga istituito un registro tumori e che venga eseguita un’indagine epidemiologica

http://www.cittadinireattivi.it/2018/06/23/siti-inquinati-e-cittadini-la-sintesi-del-v-rapporto-sentieri-sullo-stato-di-salute-delle-popolazioni-che-vivono-nei-sin-e-sir-a-cura-di-iss-e-ministero-della-salute/


A fine febbraio anche le Magliette Bianche Italiane avevano indetto un incontro pubblico -proprio a Stagno- tra istituzioni e cittadini dell’area interessata per capire le motivazioni del perché, dopo diversi anni, le forze politiche siano rimaste inermi e ancora non si sia proceduto alla bonifica. 
Anzi, Eni e Regione Toscana vogliono costruire un inceneritore proprio a Stagno, zona industriale del comune labronico, accogliendo anche i rifiuti provenienti dalle province di Firenze, Prato e Pistoia per circa 200.000 tonnellate annue.
Le azioni dei comitati ambientalisti, ovviamente, non si sono fatte attendere: oltre alla manifestazione di sabato 11 luglio, pochi giorni prima è stato organizzato un presidio a Firenze davanti alla Regione Toscana ed è stata inviata una lettera con tutte le motivazioni per chiedere al Ministro dell’Ambiente Costa di prendere una posizione chiara e netta.
A questo link, il testo della lettera. 

Il progetto dell’inceneritore, definito “bio-raffineria” dalle istituzioni toscane è distante dall’idea di economia-circolare sulla quale anche l’Unione Europea ambisce: di fatto i rifiuti (soprattutto plastica) verrebbero sottoposti ad un trattamento di gassificazione (che la normativa assimila ad incenerimento) dalla quale si otterrebbe gas di sintesi (syngas) che, una volta trasformato, diventa metanolo.
Un progetto poco lungimirante, poco sostenibile e soprattutto impattante per l’inquinamento che potrebbe emettere. Lo sostiene Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy e di Zero Waste Europe che durante la manifestazione di Stagno, ai microfoni della Rai ha spiegato che:

“per produrre 100.000 tonnellate di metanolo, loro (Eni, ndr.) produrrebbero 200.000 tonnellate di acqua sporca e fortemente inquinata, 100.000 tonnellate di anidride carbonica e almeno 20/30.000 tonnellate di ceneri. […] Quindi a fronte di 100.000 tonnellate di prodotto abbiamo 400.000 tonnellate di scarti”. 

Le proposte come sempre non mancano, e le alternative neppure.
Zero Waste Italy ricorda come alcune province della Toscana siano indietro rispetto ad altre province italiane nella raccolta differenziata: se per legge già nel 2012 si doveva raggiungere il 65% di raccolta differenziata, Firenze rimane intorno al 58%.  
Di conseguenza, e lo chiedono anche le Mamme No Inceneritore si dovrebbe puntare a una riduzione dei vecchi impianti di incenerimento dei rifiuti urbani e incrementare la raccolta domiciliare “porta a porta” con tariffazione puntuale e la riduzione dei rifiuti totali, abbattendo sia i costi per la comunità, sia l’impatto ambientale dei rifiuti non riciclabili destinati alla discarica. 

Infografica a cura di Mamme No Inceneritore. Per maggiori info, clicca qui.

Il miglioramento della raccolta differenziata, porta a porta, deve diventare il primo passo per ridurre le emissioni degli inceneritori e per incentivare il riciclo e il riutilizzo di materiali come la plastica.

Fonte: Mamme No Inceneritore

 

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