Care e cari tutti,
ci scusiamo con voi, ma gli avvenimenti delle ultime settimane ci hanno travolto.

Come già sanno i sostenitori di Taranto chiama, il nostro documentario-inchiesta in lavorazione, il 25 giugno 2024, come abbiamo prontamente riportato sul nostro sito e sui canali Social, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza storica sullo stabilimento dell’Ilva di Taranto.“Se presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, l’esercizio dell’acciaieria Ilva dovrà essere sospeso”. E spetta al Tribunale di Milano valutarlo.

Così ha affermato il massimo organo giurisdizionale europeo, in merito alla causa C-626/22 | Ilva e a., promossa da 10 cittadini aderenti all’associazione Genitori Tarantini e da un bambino di 11 anni affetto da una rara mutazione genetica e da altri 130 cittadini, riuniti in class action.La sentenza, infatti, stabilisce che gli Stati membri devono garantire che gli impianti industriali operino nel rispetto delle normative ambientali europee, senza eccezioni.

In particolare, è stato sottolineato che il diritto alla salute e a un ambiente sano non può essere sacrificato per ragioni di sviluppo economico o industriale. Se secondo il governo italiano, “la direttiva non fa alcun riferimento alla valutazione del danno sanitario, la Corte rileva che “la nozione di «inquinamento» ai sensi di tale direttiva include i danni tanto all’ambiente quanto alla salute umana”.

Corte di Giustizia UE: “Se presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, l’esercizio dell’acciaieria Ilva dovrà essere sospeso”

Pertanto – sottolinea la Corte Europea – la valutazione dell’impatto dell’attività di un’installazione come l’acciaieria Ilva su tali due aspetti (ambiente e salute, ndr), deve costituire atto interno ai procedimenti di rilascio e riesame dell’autorizzazione all’esercizio”.
Mentre scriviamo questa newsletter è in corso la conferenza stampa a Roma dell’associazione Genitori Tarantini e degli avvocati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amanduni, dove si sta ribadendo come questa sentenza costituisca un importante precedente giuridico che potrà essere invocato in altre controversie ambientali in tutta Europa. Gli Stati membri dovranno ora adottare misure più severe per monitorare e controllare le emissioni degli impianti industriali, garantendo l’effettiva applicazione delle normative europee.

Eppure, come molti di voi avranno visto o ascoltato, la notizia ha avuto un effetto controverso sui media e le istituzioni italiane. La vicenda tarantina è stata raccontata male e in modo unilaterale, senza mai citare le cinque sentenze della Corte europea dei Diritti umani, la pubblicazione del rapporto sul danno sanitario da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dimenticando il rapporto ONU che ha definito Taranto “zona di sacrificio”.

Inchiesta europea: il costo ambientale e sanitario dell’inquinamento industriale in Italia e in Europa. A partire da Taranto, zona di sacrificio

In Europa invece, i colleghi di CORRECTIV.Europe hanno rilanciato il nostro aggiornamento e ricordato come il nostro progetto di informazione indipendente denunci da anni l’ingiustizia ambientale subita dalla gente di Taranto. Nemo propheta in patria… e sappiamo bene come tutto ciò abbia richiesto uno sforzo sovraumano, che dovrebbe avere ben altre risorse umane ed economiche.

Anche per questo, se pure stiamo operando ai minimi termini per portare a termine la nostra inchiesta più importante, ringraziamo sempre di cuore tutti coloro che ci sostengono e ci hanno sostenuti, in questi mesi con donazioni straordinarie e chi ci sta devolvendo il suo 5×1000. 

Purtroppo a oggi, non ci sono altri modi per finanziare la nostra attività e l’impegno straordinario di un’inchiesta internazionale come si è rivelata “Taranto chiama”. Tutti i fondi che ci state inviando servono per portare a termine la produzione e la distribuzione del nostro terzo documentario-inchiesta, a livello nazionale e internazionale.

Grazie anche a chi vorrà organizzare nei prossimi mesi una presentazione dei nostri documentari. Da “La rivincita di Casale Monferrato”, al doc “Io non faccio finta di niente, selezionato da numerosi festival e da Cinemambiente e premiato al Clorofilla film festival, nella propria scuola o comunità, nel proprio ente, comune o festival. E poi appunto Taranto chiama, non appena sarà pronto.

Noi saremo “aperti per ferie”.
Rosy Battaglia ed Elisa Rossi per Cittadini Reattivi ETS

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