Sesto San Giovanni, Milano, Casale Monferrato, La Spezia, Augusta, Taranto, Roma. Il tam tam delle associazioni degli esposti e dei familiari delle vittime dell’amianto è incessante. Il 28 aprile ricorre la giornata internazionale dedicata a chi è stato colpito dalla fibra killer e si moltiplicano le iniziative che sollecitano giustizia e bonifiche in tutta Italia.

Dal corteo storico nel territorio nell’ex Stalingrado d’Italia, al presidio a Milano sotto Palazzo Lombardia che vede associazioni e sindacati sollecitare la giunta lombardia al rinnovo del nuovo Piano Regionale Amianto,  così come nelle prossime ore  l’AFeVA Sardegna  e AFEA La Spezia dalle ore 11.00 alle 15.00 terranno a Roma, un sit-in silenzioso davanti al palazzo del Ministero della Difesa.

Tutte iniziative per chiedere giustizia per le oltre 4000 vittime per mesotelioma pleurico e malattie asbesto-correlate, ogni anno. E le oltre 15 mila decedute dal 1993 al 2008, secondo il Registro Nazionale Mesoteliomi.

Manifestazioni a cui le istituzioni ma anche la società civile tutta dovrebbero guardare con più attenzione. La lotta ferma di coloro che sono stati esposti all’amianto a partire da Casale Monferrato e tutti in gli altri luoghi dove la fibra veniva prodotta o utilizzata nei processi di lavorazione, è continua. Ma oltre chiedere il giusto risarcimento per il danno biologico e irreversibile causato dall’esposizione nei luoghi di lavoro nelle numerose cause in corso, le associazioni e i cittadini chiedono la bonifica del tanto, troppo amianto che è tutt’ora esistente nelle nostre città.

Dalle aree dei siti di interesse nazionale ai tetti in eternit che ancora coprono a vista d’occhio edifici pubblici e privati in tutta la Penisola, come scuole ed ospedali. E l’eternit, a dispetto del suo nome, eterno non è. A oltre vent’anni della legge, i tetti di cemento-amianto sono ormai corrosi dagli agenti atmosferici, con il rilascio continuo di fibre invisibili all’occhio umano.

Sono oltre 34mila i siti contaminati da amianto in Italia, una cifra destinata a crescere perché frutto di una mappatura ancora in corso da parte di Inail, Ministero dell’Ambiente e Regioni. Agli attuali ritmi di bonifica – secondo l’Ispra ogni anno vengono smaltite 380mila tonnellate di rifiuti, serviranno ancora 85 anni per completare la dismissione degli oltre 32milioni di tonnellate di amianto presenti nel nostro territorio (dati Cnr).

E mentre in Lombardia, ad esempio, l’amianto dovrebbe essere completamente smaltito entro il 2016, l’Unione Europea ha stabilito che la rimozione debba avvenire entro il 2025. E qui si apre l’altro enorme problema. Quello delle discariche autorizzate al conferimento dei rifiuti contenenti amianto e della sua messa in sicurezza.

 

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