Oggi, 28 aprile, è una giornata dal forte valore simbolico per le comunità dei cittadini e delle cittadine reattive. Si celebra infatti la Giornata dedicata alle Vittime dell’amianto e del lavoro.
Sono trascorsi oltre trent’anni dal bando dell’amianto in Italia, sancito con la legge 257 del 1992. Un risultato ottenuto anche grazie all’impegno e alla mobilitazione civica nata a Casale Monferrato, dove, in un’esperienza unica nel panorama nazionale, istituzioni, sindacati, lavoratori, medici e semplici cittadini si unirono per chiedere la chiusura di un impianto responsabile di un grave inquinamento ambientale. Questo accadde nonostante lo stabilimento avesse per anni rappresentato il motore economico della città.
Come Cittadini Reattivi, abbiamo continuato a seguire questa lunga battaglia anche nelle aule di tribunale. Solo pochi giorni fa, il 17 aprile 2025, la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha pronunciato la sentenza del processo Eternit Bis, condannando il magnate svizzero Stephan Schmidheiny a 9 anni e 6 mesi di reclusione e disponendo risarcimenti per le parti civili, dalla città di Casale Monferrato allo Stato italiano.
Una condanna che, tuttavia, resta amara: delle 392 vittime inizialmente considerate nel primo grado di giudizio, solo 99 sono state riconosciute nella sentenza d’appello. Una sproporzione che pesa sulla memoria di una comunità che continua a contare i propri morti, mentre i tempi della prescrizione corrono più veloci della giustizia.
“Non sono numeri, sono vite, storie, volti per cui non sarà fatta giustizia“, aveva ricordato Giuliana Busto, presidente di Afeva. Nel solo 2024, nella provincia di Alessandria, si sono registrati 74 nuovi decessi per mesotelioma, il più aggressivo tra i tumori maligni legati all’inalazione della fibra d’amianto. A ricordarlo nei mesi scorsi era stata l’oncologa Federica Grosso in un’intervista a La Stampa. La malattia, causata dall’esposizione all’amianto, si manifesta dopo un periodo di latenza molto lungo, che può variare tra 25 e 40 anni.
Ma non solo nella provincia di Alessandria, perché di amianto si continua a morire su tutto il territorio nazionale. Sono più di 300mila, infatti, i siti contaminati (tra cui scuole, ospedali, caserme, case e aree industriali) che rappresentano ancora una minaccia per la salute pubblica in Italia.
Casale Monferrato resta il simbolo più forte della resistenza contro questa tragedia, grazie al percorso virtuoso avviato con la bonifica di siti pubblici e privati contaminati e alla restituzione alla comunità dell’area ex Eternit, oggi trasformata nel Parco Eternot, inaugurato ormai nove anni fa.
Per saperne di più, leggi la nostra sezione dedicata al tema Amianto. Documentati, organizzando una proiezione de “La rivincita di Casale Monferrato“ documentario-inchiesta dedicato alla lotta della comunità monferrina. Segui la cronaca di Silvana Mossano.
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