Che cosa può succedere se il Movimento No TAV, attivo da quasi trent’anni contro la costruzione del Treno Alta Velocità in Val Susa, si mette a parlare di alta felicità, farfalle e tutela della natura, cultura, informazione indipendente?
Se presenta con dati e factcheking le proprie ragioni di opposizione alla grande opera, tanto da convincere Karima Delli, deputato francese del movimento ecologista a capo della Commissione Trasporti del Parlamento europeo, a chiedere una moratoria?
Il corto circuto è assicurato. Spiazzante, soprattutto per i media che, in questi oltre 27 anni, non hanno saputo raccontare, alla pubblica opinione, le ragioni di una lotta civica e civile che si oppone al cantiere più militarizzato d’Europa.
Il livello di competenza raggiunto da tecnici ed esperti tra cui ingegneri e docenti universitari, riuniti nel ControOsservatorio ValSusa, nell’indifferenza generale, è ormai tale da raggiungere la presentazione di un esposto alla Procura di Roma contro la decisione del Parlamento italiano che a fine dicembre 2016 ha ratificato l’accordo tra Italia e Francia sulla Torino Lione.
Forse ancora una volta, queste genti colte, dipinte come “facinorosi montanari”, che vivono in una valle bellissima, in questi giorni ostaggio delle fiamme degli incendi che la stanno mettendo a dura prova, sulla quale sussistono già un’autostrada, due statali, una linea ferroriaria in cui passano i treni ad alta velocità come il TGV francese, ci stanno dando una bella lezione.
A cui bisogna dare ascolto, anche per capire le ragioni di quel no e farsi liberamente una propria opinione.
L’occasione per conoscere da vicino questa comunità variegata è certo il Grande Cortile No Tav, una serie di incontri culturali che partono da oggi, 26 ottobre 2017. Eventi che portano il simbolo della farfalla Zerynthia polyxena, protetta da una direttiva europea, rinvenuta proprio in Alta Val di Susa. Il simbolo della natura che si oppone alla cementificazione. Ma anche il simbolo di una trasformazione, che è quella data dalla resilienza che passa anche attraverso il dialogo e la cultura. Nel programma tra gli altri, giornalisti, scrittori, filosofi come Loris Mazzetti, Gianni Barbacetto, Duccio Demetrio, Tiziana Barillà, Chiara Sasso.
Proprio con Gianni Barbacetto, autore dell‘ultimo reportage su Il Fatto Quotidiano che fotografa le vicende intorno al TAV, chi scrive si ritroverà a parlare di libertà di informazione, venerdì 10 novembre 2017 a Sant’Ambrogio di Torino, proprio sotto il simbolo della valle e del Piemonte, la Sacra di San Michele. Un incontro di riflessione sul giornalismo indipendente (e non) e sul giornalismo d’inchiesta in Italia e all’estero, cercando di capire le cause di una generale disinformazione su quanto accade in Val Susa.
Situazione che, come abbiamo già documentato con le nostre inchieste, che ritroviamo in molte altre zone d’Italia, dove anche la mancanza di accesso alle informazioni ai cittadini e alle comunità, ha portato a conflitti ambientali poderosi. Anche per questo riparlermo di Freedom of Information Act. E di quella resilienza e reattività che, con il sostegno dei cittadini, continueremo a documentare anche attraverso il progetto Storie Resilienti.
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