Il referendum del 17 aprile sulle trivellazioni riguarda le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi nel mare italiano entro le 12 miglia marine dalla costa. Il quesito interessa tutti i titoli abilitativi all’estrazione e alla ricerca di idrocarburi già rilasciati e interviene sulla loro data di scadenza. Semplificando, come ci ricorda Pietro Dommarco, “saremo chiamati a decidere se cancellare o meno la norma che oggi permette alle compagnie petrolifere di ricercare ed estrarre gas e greggio in mare, entro il limite delle 12 miglia dalla costa (poco più di 22 chilometri), senza alcun limite di tempo”.
Secondo i dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, rielaborati da Legambiente e resi in mappa interattiva da Riccardo Saporiti per Cittadini Reattivi, sono 92 le piattaforme presenti entro il limite delle 12 miglia, che corrispondono a 35 concessioni e 43 quelle oltre il limite. In totale 135 piattaforme, di cui attive sono 79 a cui corrispondono 463 pozzi.
Come ribadisce sempre Legambiente “nel nostro mare, entro le 12 miglia, ci sono ad oggi 35 concessioni di estrazione di idrocarburi (coltivazione). Tre di queste sono inattive, una è in sospeso fino alla fine del 2016 (è quella di Ombrina Mare, al largo delle coste abruzzesi), cinque erano non produttive nel 2015. Le altre 26 concessioni, che sono produttive, sono distribuite tra il mare Adriatico, il mar Ionio e il canale di Sicilia”.
Queste piattaforme, soggette a referendum, oggi producono il 27% del totale del gas e il 9% del greggio estratti in Italia (il petrolio viene estratto nell’ambito di 4 concessioni dislocate tra Adriatico centrale – di fronte a Marche e Abruzzo – e nel Canale di Sicilia). La loro produzione nel 2015 è stata di 542.881 tonnellate di petrolio e 1,84 miliardi di Smc (Standar metri cubi) di gas.
I consumi di petrolio in Italia nel 2014 sono stati di circa 57,3 milioni di tep (ovvero milioni di tonnellate). Secondo i calcoli di Legambiente, quindi l’incidenza della produzione delle piattaforme a mare entro le 12 miglia è stata di meno dell’1% rispetto al fabbisogno nazionale (0,95%).
Per il gas, i consumi nel 2014 sono stati di 50,7 milioni di tep corrispondenti a 62 miliardi di Smc; l’incidenza della produzione di gas dalle piattaforme entro le 12 miglia è stata del 3% del fabbisogno nazionale. Secondo i dati forniti dall’Ufficio minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero delle Sviluppo Economico, e da Assomineraria, si stimano riserve certe sotto i fondali italiani sufficienti (nel caso dovessimo contare solo su di esse) a soddisfare il fabbisogno di petrolio per sole 7 settimane e quello di gas per appena 6 mesi.
“E’ importante ricordare – sottolinea Rossella Muroni, presidente di Legambiente – che mettere una scadenza alle concessioni date a società private, che svolgono la loro attività sfruttando beni appartenenti allo Stato, non è una fissazione delle associazioni ambientaliste o dei comitati, ma è una regola comunitaria. Non si capisce – prosegue Muroni – perché in questo caso, le compagnie petrolifere debbano godere di una normativa davvero speciale, che non vale per nessun’altra concessione, togliendo ogni scadenza temporale e lasciando la possibilità di appropriarsi di una risorsa pubblica a tempo indeterminato. E ci preoccupa molto – aggiunge la presidente di Legambiente – che il governo, invece di spiegare come intende portare l’Italia fuori dall’era dei fossili, in linea con gli impegni presi a Parigi alla Cop21, mandi segnali contrari quali togliere la scadenza alle attività estrattive in mare entro le 12 miglia”.
Occorre ricordare che già nel 2014, ad un anno dal varo della discussa Strategia Energetica Nazionale e della discussione degli articoli 36 e 38 dello Sblocca Italia, in una lettera al Premier Renzi, un pool di scienziati e ricercatori italiani capitanati da Vincenzo Balzani, professore emerito dell’Università di Bologna, coordinatore del Comitato Energia per l’Italia avevano ribadito che “le energie rinnovabili non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22% dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari.
La proposta, proveniente quindi non solo dal mondo ambientalista ma anche da quello scientifico era ed è quella di “un cambio di passo, che guardi al risparmio e all’innovazione e non alla “fossilizzazione” del problema energetico”. Il vero tema in gioco con il quesito referendario del 17 aprile 2016.
Rosy Battaglia in collaborazione con Riccardo Saporiti (dataviz) e Vince Cammarata (copertina)
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Mi vanto di essere uno di Confindustria manifatturiera e di essere un progettista mondiale che ha tutti i progetti acqua ed electrofuel bloccati in Italia da Eni e da Confindustria Fossile che poi è Assoelettrica e assominiere.Nel mio passato c’è anche la Direzione Economica e Studi Confindustria ma erano altri tempi con Fiat E Montedison.Certo che se l’Eni si affida ai 112 che hanno firmato la lettera di Clo.siamo veramente all’energia lobbistica dei dinosauri.Leggo che nessuno dei 112 firmatari,sa progettare energie sostenibili e peggio non conosce biometano ed electrofuels.
Dato che non mi nascondo dietro esperti poco esperti,o ditro Agnoli che imperversa sul Corsera fossile,amo il face to face e sono dispobibile a qualsiasi incontro con chi volete ma in Assolombarda perchè l’energia romana è solo politica e troppo fossile 85% e fa perdere competitività al paese.Perchè non ci incontriamo il 18 aprile A Milano?
-Il referendum sulle trivellazioni del 17 aprile 2016 non è una perdita di tempo e di soldi come sostengono alcuni politici,ministri, segretari di partiti,sindacati ciechi e Ceo Industria che non sanno ristrutturare aziende come Borghini in Gepi che si aspetta una promozione in Eni se l’esito del referendum è buono per Eni
-L’Eni invece ha capito benissimo che il referendum è lo spartiacque tra una energia gestita male in questi anni con Scaroni che monopolizzava il gas ed i profitti da monopolio gas ed una energia gestita bene con un occhio a tecnologie moderne che non sono solo energie rinnovabili ma il biometano-biogas e gli electrofuels.Questa energia esiste ed è il target del Nord Europa ed ora pare la Francia dopo e perdite vistose in nucleare dato il flop EPR.EDF chiede 10 miliardi di ricapitalizzazione e 5 solo per Areva.Qui l’errore è di aver progettato male i reattori di III generazione e non aver investito sulla IV.Noi lo denunciammo al MISE e se l’Italia non è caduta nella trappola dei 4 reattori EPR da 36 miliardi,lo deve al coraggio nostro di aver denunciato la truffa e non come dice Clo’ che non volevamo il nucleare per Nimbi.Clo’ deve ancora capire che lo EPR non va,costa troppo e rende poco.Un EPR da 9 miliardi produce 1500 MWh al costo di 110-120 euro MWh,mentre io con il mio progetto Po da 20 miliardi produco 250 Twh di energia elettrica a 20 euro MWh.Il prof Clo’ anche se insegna energia non sa fare i conti e per questo dove è stato l’indebitamento è andato alle stelle(vedi Enel sui 40 miliardi,pazzia).
-l’Eni vuol continuare solo le trivellazioni per prendersi altri 30 anni di tempo perchè non sono i 4,5 miliardi delle trivellazioni che interessano,ma sono gli 80 miliardi di importazioni fossili che interessano all?eni ed ai suoi compari
-ci vuol poco a capire che se blocchiamo l’import a 40 miliardi massimo ogni anno,liberiamo 40 miliardi che sono 800.000 posti in piu’.Ma l’Eni non lo vuol fare perchè non ha tecnologie valide e Borghini poi queste cose non le capirà mai perchè non capisce nemmeno l’energia digitale.Difatti ieri il parlamento di Bruxelles ci dice che non sappiamo applicare il digitale industriale 4.0 e Borghini non lo ha mai applicato e nemmeno sa come si applica in energia.Difatti Terna a2a e Forse l’Enel hanno chiesto aiuto a GE ma una cosa è farlo per i profitti aziendali,altra cosa per il paese.Difatti applicando bene stoccaggi,biometano ,elettrofuels,L’Italia non ha piu’ bisogno del gas importato,trivellato o liquido.L’Eni l’ha capito benissimo e ci ostacola gli impianti biometano,phs hydro ed electrofuels.Borghini in questi progetti è solo un frenatore con agganci in Confindustria Energia Fossile che deprimono il paese.
1.FOSSILI E TRIVELLAZIONI.Le falsità di Borghini e del suo Comitato venga a fare un tuffo nel TRIV, cioe’ Borghini desidera solo una industria energetica medioevale e racconta balle.
L’ignoranza di Borghini si è rivelata piu’ volte a Milano con la Moratti che non fece nulla per levare lo smog ed ora al comitato che contrasta il si’ al referendum del 17 aprile 2016 quello che Borghini vorrebbe tutti al mare ma come ex bagnino sconsiglio.Peccato che noi del si,difendiamo il mare meglio di Lui perchè lo valorizziamo e ne facciamo con l’acqua,il pivot per farci la nostra energia casalinga e non dipendere piu’ dai borghini,dai Clo’dai dittatori africani o arabi di turno a cui noi non diamo cibo,ma soldi per comprare armi per guerre assurde.Pero’ devo anche contrastare le bugie del peggior Borghini confindustriale ,lacchè di fossili che rovinano mari ed innescano terremoti con pazzie come insufflare gas in miniere vecchie agip in territori instabili come l’Emilia-Romagna e con prof tipo Clo’ ancora piu’ pazzi che tirano la volata alle malattie e terremoti.Ma quello che Borghini ignora perchè lui legge le veline Eni-Assominiere ma non legge MIT o Stanford e non sa nulla del digitale in energia della Silicon Valley.Da ignorante,cioe’ uno che non conosce le tecnologie mondiali energia,devo dire che non sa nulla di electrofuels,del fatto che esiste il biometano producibile da noi,che non mettiamo in difficoltà nessuno perchè quelli del gas,come in Germania,venderanno biogas-biometano e le pompe come in California venderanno biofuel-electrofuels e se si vuole idrogeno.L’eni va queste 2 cose in modo errato perchè io posso produrre un B100,l’Eni un B15 e se parliamo di benzina un misero E 15 dell’Eni,contro il mio E85 o E100.Noi Econimisti Energetici indipendenti non possiamo piu’ sopportare che Borghini per vicere il referendum dica bugie e chiedo che il 18 aprile il Governo o Parlamento ci ascolti perchè io ho presentato i progetti electrofuels ed esigo il rispetto del Governo contro la falsità dei Borghini mal informati da Eni.Io sono prontissimo a collaborare con Governo ed Eni e dire cosa fare della massa di gas importato che dei cattivi ceo energetici vogliono riversare in Italia quando energia elettrica e industria chimica ne fanno a meno.Ma non intendo rivelare i sistemi di pulire il gas in arrivo e produrre lo stesso electrofuels,che è la chiave di volta per levare lo smog.Ecco i 2 progetti presentati alla Commissione Europea e Governo Italiano,ma non li posso discutere con Borghini data la sua ignoranza in carburanti puliti.E chiamo a derimere la controversia Moniz che è sempre un Nobel e viene volentieri a Roma a dire che Borghini sbaglia tutto.
-le bugie di Borghini e dell’Eni sono eclattanti perchè non ci sono rischi di perdita lavoro dato che trivellazioni valgono solo 10.000-25.000 posti,mentre filiera mare vale oltre 500.000 posti.Il Governo dovrebbe spiegare a Borghini che esiste un rapporto 1 a 20 cioe’ ogni posto in trivellazione,ci costa 20 posti come minimo in filiera mare.Poi il gas trivellato e importato è sostituibile con il biometano ed i carburanti fossili da petrolio sono sostituibili con carburanti rinnovabili ed electrofuels.Borghini e l’eni nascondono lo scopo del loro obiettivo vero che è quello di bloccare il biometano casalingo ed i carburanti rinnovabili che l’Eni importa a caro prezzo e sono 80 miliardi ogni anno.Solo riducendo del 50% cioe’ con 40 miliardi di import in meno,abbiamo 800.000 posti in piu’.Si vede che i sindacati CGIL che appoggiano le trivellazioni sono ignoranti e contrari all’occupazione come i membri del Governo.Tra tutti Vicari e tra i Presidenti Regioni Crocetta che è un ex Eni messo li’ a trivellare e impoverire di pesce e turismo la Sicilia.Epica battaglia in Italia dei fossili trivellatori contro rinnovabili,biometano ed electrofuels-B100.Chi vincerà? Speriamo che non vinca l’ignoranza energetica digitale.-avverto l’Europa che presentero’ un Rapporto sull’energia digitale che è una specifica e rivoluzionaria applicazione industrial 4.0 e che presentero’ un progetto Italia che coinvolge i migliori Istituti e collaborazioni tedesche,francesi,olandesi e del Nord Europa-il mio progetto di energia digitale permette una rapida reindustrializzazione 4.0 dell’industria a cui diamo una energia sostenibile che costa meno di quella fossile-sono abituato in Italia a combattere contro i petrolieri e l’ignoranza di energia rinnovabile digitale che ho riscontrato abissale in questi giorni battendomi per il si al referendum contro le trivellazioni nei mari italiani-purtroppo in Italia i piu’ ignoranti in energia digitale sono proprio quelli che hanno le leve in mano dell’energia e cito vari casi tra cui quello catastrofico del prof.Clo di Unibo,smentito persino dal Suo Rettore Universitario ma messo a libro paga per aricoli catastrofici fossili da Eni-Agi-Assominiere.-chiedo che la Commissione Europea dia piu’ spazio ai progettisti di energia sostenibile di poter progettare,anche se le lobbies fossili fanno di tutto per ostacolare ad esempio il power to gas e gli electrofuels e che dica alla Bei di non finanziare piu’ infrastrutture fossili-gas-carbone-il mio progetto è semplice per Oettinger e Ansip che conoscono il digitale,difficile per l’Eni o Shell mentre Exxon ci capisce.Praticamente se non applichiamo internet 4.0 all’energia veniamo tagliati fuori dalle aziende USA del digitale consumer che stanno passando tutte a progetti di energia digitale.-Come sapete il mio progetto si basa sull’acqua-mare e pompaggi per avere una energia in entrata che costi 20 euro a MWh.-ora dato che il Mise non approva i miei progetti perchè si affida all’Enea, dove odiano l’acqua o il mare,mi trovo costretto a chiedere alla CE Energia che Sunfire di Dresden venga a Torino dove possa collaborare con Polito sul Progetto Helmeth e testiamo in campo industriale a Saluggia vicino Po il power to gas di Sunfire-Helmeth-un progetto analogo lo chiedo a Mantova dove abbiamo vicino l’aeroporto poco usato ma efficiente di Montichiari dove produrre come da progetto Boing-Sunfire negli Usa l’aviation fuel rinnovabile.Esiste un mio progetto di 10 anni fa.-Chiedo anche una collaborazione al Governo francese via EDF che mi cede del nucleare notturno che utilizzo nei 3 impianti.-Chiedo di far partire con Differ olandese il plasma solare nei siti Sogin-Chiedo di non far costruire il sito scorie Sogin ma essere il primo paese europeo che testa il nuclear waste via plasma con Princeton Usa-chiedo di collaborare con il Canada e la Svizzera sul mio progetto acqua phs hydro-chiedo di collaborare con il DOE USA sul progetto electrofuel usando le tecnologie dell’Un.del Texas-chiedo a Airbus e Finmeccanica Avio di collaborare al progetto Aviation Fuels di Montichiari(BS)-chiedo di andare avanti nel progetto dei 20 poli di competività che sono fondamentali in 20 Regioni e 10 al SUD.Questo progetto vale 800.000 posti pe 24 miliardi annui.-Chiedo che il 18 aprile il Governo ci convochi per discutere di energia digitale sostenibile-Chiedo anche che la Commissione Energia sia arbitro tra pretese assurde fossili e progettazione digitale energia 4.0-Critico l’Eni ed Assominiere per aver divulgato dati falsi sul fatto che lo spill non esista mel Med ed in Adriatico-nessuno di noi del no triv ha i soldi per pagare campagne pubblicitarie fossili,ma reputo che sia disgustoso farsi difendere da prof Universitari che vogliono ancora un 85% e che hanno procurato 100.000 disoccupati perchè in 10 anni hanno bloccato le sostenibili e la digitalizzazione a tutti i livelli.Lo vedo da chi vuol ritardare il 5G e da chi vuole far crescere start up senza dargli una energia che costi poco.IOT energia permette 10.000 start up solo in Italia -L’eni ha dato l’ordine alle PR di non dibattere in TV ma combattere una battaglia all’ultimo sangue no triv,mettendo in squadra prof,baroni,giornalisti e politici ignoranti in energia.Poi ha varato la quota rosa in energia fossile in Tv come marketing virale fossile.Arriviamo al massimo dell’ignoranza energetica di Clo’ che è veramente un bestiario di incompetenza dato che non sa nulla di rinnovabili ed electrofuels.Un vero ignorante in cattedra,fortunamente smentito dal suo Rettore UNIBO.A Milano lo chiamerebbero pirla fossile ed a Genova mandilla du fossu,ABologna soccel f.Nello che è un noto ristorante bolognese vuol vietare a Clo’ la gramigna dato che Lui la vuole fossile.Ecco L’analisi sbagliata del prof. Alberto Clò, docente di Economia applicata presso l’Università di Bologna e direttore della rivista Energia,Un’occasione sprecata, ovvero cronaca di una morte annunciata. In questo incipit temo si risolverà il referendum no-triv. Un’occasione sprecata perché come nei casi del nucleare del 1987 e del 2011 o in quello associato sull’acqua, gli elettori sono chiamati a esprimersi senza che sia fornita loro una ben che minima e corretta informazione sui quesiti referendari, senza la minima parvenza di dibattito, senza dar conto delle conseguenze che ne potrebbero derivare. In un confronto del tutto impari tra le voci contrarie all’attività mineraria fatte proprie e amplificate dai mass media e il niente che vi si contrappone. Quasi che la questione avesse solo rilevanza locale e non riguardasse l’intero Paese, la sua economia, la sua industria, la sua crescita. Non ultimo: la sua sicurezza energetica, termine tanto abusato quanto ritenuto irrilevante nei fatti e nelle politiche.(in azur è il mio commento contro Clo)Non c’è niente di giusto perchè il referendum nucleare1987 non prevedeva la chiusura del nucleare ma solo 3 referendum comunali.Fu De Mita-DC-che per stare al Governo fece eliminare il nucleare d’accordo con Confindustria Fossile,cioe’ gli amici petrolieri di Clo.Il referendum nucleare del 2011 è diverso perchè noi progettisti nucleari italiani condanammo lo sperpero con tangenti che si voleva fare comprando 4 reattori nucleari EPR da 9 miliardi l’uno,cioe’ 36 miliardi e L’Enel dove Clo aveva influenza comprava 10 GW di hydro per farci pompaggi che vendeva caro come Mw in ore di punta.Davanti a questo spreco di Scaiola,Enel,Clo tutti votarono no anche perchè a Genova avevamo pronto il progetto del nucleare di IV generazione LFR che io stesso proposi all’Eni che mi disse no,dato che gli interessava solo il monopolio gas.Clo’ poi si è sempre battuto per il sito Sogin che sarebbe un ulteriore spreco dato che costa 25 miliardi ed il plasma puo’ eliminare tutti i rifiuti,anche nucleari senza costruire il sito.Clo prima di parlare di nucleare lo deve conoscere e non dire stupidate.Altra stupidata colossale èdire che i media e tv non discutono.Certo perchè Eni ha messo il silenziatore e Rai per non bruciarsi fa parlare le Presidenti che di energia sanno poco o nulla.Poi di digitale,rinnovabili e smart city sanno poco.Hanno la cultura della Vicari Sott.che parla di infrastrutture sostenibili con il fossile e gas(?)Quella che airgun non faceva morire i pesci ma li curava con cannoni ultrasuoni.Ecco perché può ben parlarsi di cronaca di una morte annunciata con un risultato che appare scontato, in cui tutto sembra giocarsi sulla speranza che si raggiunga o meno il quorum necessario. Come scommettere alla carta più alta. Se sarà raggiunto è quasi certa la vittoria dei no-triv. Per la semplice ragione che sui mass media, dalla grande stampa al servizio pubblico televisivo, la disinformazione ha finora trionfato, sostenendo le ragioni degli oppositori senza nulla dire di quelle altrui. Non vi è motivo perché un qualsiasi cittadino di buon senso possa dirsi favorevole ad un’attività che – si proclama ogni giorno – provoca danni irrimediabili alla salute, alla natura, al territorio, alla pesca, al turismo, all’agricoltura. Senza che – si proclama ogni giorno – vi sia alcun vantaggio per le popolazioni o l’intero Paese, perché a guadagnarci, si sostiene, sarebbero solo le fameliche multinazionali del petrolio. Che tutto ciò sia mera propaganda nulla conta, così come il fatto che non vi sia uno straccio di studio che dimostri che estrarre petrolio o metano danneggi il turismo, la pesca, l’agricoltura.Per rendersene conto basterebbe farsi un bel weekend a Milano Marittima e guardare dalla battigia le piattaforme al largo o andare all’annuale Festival delle cozze della vicina Marina di Ravenna, pubblicizzate “tra le più pregiate d’Italia raccolte alla base immersa delle piattaforme marine!”. Così come basterebbe, ma la cosa sarebbe più ardua, andarsi a studiare le esperienze estere di collaborazione dell’industria petrolifera con le aziende agricole francesi, le università inglesi, i pescatori norvegesi. Ma tutto ciò con conterebbe nulla.Così come controbattere a un’altra tra le mille mistificazioni che si vanno propinando: che estrarre petrolio sia antistorico, perché fonte ormai marginale nell’offerta mondiale di energia (con il metano conta per il 54%) e penalizzante le nuove risorse rinnovabili (2,4%), mentre si dovrebbe sapere che il primo viene utilizzato quasi solo nei trasporti e le seconde nella generazione elettrica. Lo stesso può dirsi sui rischi di disastri ambientali irresponsabilmente paventati estrapolando sulle nostre coste il caso di Macondo nel golfo del Messico. Nulla si dice, per contro, sulla questione di fondo: che impedire la produzione interna di petrolio o metano significa preferirne l’importazione, magari dalla Libia, finanziando le milizie in guerra; significa preferire versare miliardi di euro all’estero piuttosto che destinarli alla crescita interna; significa aiutare le imprese altrui a discapito delle nostre. Ma temo sarebbe ancora del tutto inutile. Perché la paura, come la calunnia, pesa più di ogni rassicurazione o smentita. Qualcosa resterà sempre.Meglio allora ragionare sul dopo: su quel che accadrebbe se il referendum dovesse passare. Primo: ne seguirebbe una lettura tutta politica e strumentale del responso referendario, a prescindere dal merito del quesito sottoposto agli elettori. Ottenere una qualsiasi autorizzazione diverrebbe impossibile, esattamente come accadde con il referendum nucleare del 1987 che non chiedeva di esprimersi per il sì o il no al nucleare, ma a favore o meno di una sua temporanea moratoria che la politica avrebbe trasformato in tombale. Secondo: perché la vittoria dei no-triv avrebbe gli stessi effetti del no al nucleare: la distruzione di un’intera industria – quella elettromeccanica – che contava decine e decine di migliaia di occupati, un gran numero di ingegneri, eccellenti capacità manifatturiere, un sapere scientifico e accademico tra i primi al mondo. Tutto distrutto: fabbriche, imprese, scuole, professionalità.Con la vittoria dei no-triv avremmo il medesimo risultato: la distruzione di un’altra industria italiana, non tanto quella mineraria che non avrebbe difficoltà a spostare i suoi investimenti all’estero, ma quella che produce beni e servizi a essa strumentale. Un’industria che risale all’unità d’Italia, che si articola in centinaia di imprese raccolte in distretti dei servizi petroliferi, specie in Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo, che vanta livelli di specializzazione tecnologica ovunque apprezzati, tranne che in Italia. Un’industria che già attraversa gravi difficoltà per il crollo del mercato che ha fatto seguito a quello dei prezzi del petrolio, con molte imprese che stanno chiudendo e licenziando, nell’assoluto silenzio della politica e delle istituzioni. Un sì al referendum ne decreterebbe la definitiva fine. È questa la vera partita in gioco: anche se i più fingono di non rendersene conto nell’indifferenza generale e nell’irresponsabilità di chi dovrebbe guardare agli interessi del Paese più che ai propri dividendi elettorali.Ma che dice distruzione se mai è il contrario con piu’ 80.000 posti in industria.Poi Clo’ non sa nulla di energia digitale e meno ancora di electrofuels ed uso dell’energia da acqua per produrli.Insomma Clo’ è solo un prof da pensionare e persino il suo rettore Unibo gli ha dato contro.Ora chiedo al rettore di unibo se mi da la chance di un incontro diretto a bologna tra me e Clo,ma se Clo’ rifiuta è solo uncodardo…fossile che non ama i confronti e da dell’ignorante a chi è contro le sue idee di cattivo maestro!
.un prof fossile che cannonneggia le sostenibili -E’ disgustoso!
L’Italia vuole energia pulita o trivellazioni?
Progetto pesce anti trivellazioni-piattaforme n…
Voto si al referendum perchè non sopporto le fa…
PIER LUIGI CAFFESE·LUNEDÌ 21 MARZO 2016
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112 ACCADEMICI CHE FRENANO LO SVILUPPO ITALIANO contro 60 milioni di italiani e 550 milioni di Europei.Ecco perchè Le Università non sanno insegnare ai giovani.Miur dovrebbe conocare i cattivi maestri.
La lettera per le fossili è stata firmata finora da 112 tra accademici, manager e liberi professionisti che se sono seguaci di Clo’: significa che capiscono poco del mondo decarbonizzato e digitalizzato.Sono i veri frenatori dell’Italia.Il referendum sull’attività estrattiva degli idrocarburi in Italia solleva gravi preoccupazioni che travalicano il suo specifico contenuto.Certo perchè oltre a non volere piattaforme nelle 12 miglia,vogliamo biometano ed electrofuels che l’Eni ci nega in combutta con questi esperti fossili da 10 anni cosi’ abbiamo 800.000 posti in meno in Italia per energia cara sui 200 euro a MWh in bolletta perchè il gas in energia elettrica costa 100 euro a MWh(la lignite o carbone 70 euro a MWh,il nucleare EPR 110 euro a MWh e l’acqua o mare con sistemi phs cioe’ stoccaggi con ripompaggi costa solo 20 euro a MWh ed il biometano in centrale costa 45 euro MWh ).Costo 100 euro MWh del gas importato o trivellato o liquido e 120 euro MWh se usiamo shale gas e 140 euro se usiamo il gas del tap che poi è gas russo,atzero,turkumeno,iraniano(i costi sono sono valutazioni tedesche di Agora Energie Wende e dell’Univ di Oxford e Cambridge)Primo: perché conferma la patologica difficoltà nel nostro Paese a non realizzare investimenti infrastrutturali, nell’energia sostenibile dato che gli investimenti fossili sarebbero vietati da Bei,WB e fondi Statali come il Norvegese come in altri settori, essenziali al suo sviluppo, alla sua modernizzazione, financo al suo miglioramento ambientale, ma impediti da una ignoranza energetica dei firmatari e dei vertici Eni.Secondo: perché frena quell’apporto di investimenti e finanziamenti esteri che potrebbero rafforzare la ripresa della nostra economia. Ora Clo’ imita Passera a raccontar balle.Passera da Ministro Mise parlava di 140 miliardi di investimenti,poi ridotti a 90 dei soliti russi di Gazprom e la Shell mi sembra difficile che investa dato che rinuncia all’artico dove l’Eni investe da sola per perdere soldi e fregandosene della COP 21.Senza investimenti non vi è crescita, non vi è lavoro. ma per questo ho chiesto via BEI-fondi Juncker 45 miliardi per il piano acqua ed altri 20 miliardi per 20 poli di competitività regionali per 800.000 posti in Italia.Non ultimo: perché interessi localistici, spesso più presunti che reali, vengono anteposti a quelli generali del Paese senza che nessuno ne tragga giovamento.Ma se la filiera mare vale 50 miliardi annui per 500.000 posti e quella delle trivellazioni-piattaforme solo 4 miliardi per 10.000 posti ,è ovvio che le Regioni vogliano la filiera mare e invece vogliano chiudere le piattaforme Nel merito, il referendum, se approvato, non compromette per niente “la valorizzazione delle rilevanti risorse di idrocarburi di cui il nostro Paese dispone e la possibilità in tempi ravvicinati di raddoppiarne la produzione: così da ridurre la nostra endemica dipendenza e vulnerabilità da paesi ad elevata rischiosità politica, contenendone i costi ed accrescendo la sicurezza energetica, grazie all’impegno di un’industria italiana che vanta livelli di eccellenza tecnologica, professionale, imprenditoriale” che dice Clo’ perchè questa è solo una bugia grossolana.Posso sostituire oltre 40 miliardi di import gas fossile producendo biometano e poi electrofuels sostitutivi benzine fossili e questo vale 125 miliardi annui.Noi dobbiamo impedire la produzione interna di petrolio o di metano come l’importazione; versare all’estero enormi risorse monetarie piuttosto che destinarle alla nostra crescita è un delitto alla Clo’; sostenere le imprese altrui piuttosto che le nostre è un delitto alla Clo’. La produzione di energie sostenibili,biometano ed electrofuel non è come dice falsamente Clo’ ed i firmatari ignoranti che gli fanno sponda,un inganno sostenuto, in contrapposizione allo sviluppo delle fossili e trivellazioni, data la sostanziale parità delle destinazioni d’uso in un caso carburanti fossili sporchi,nell’altro carburanti sostenibili puliti. Ogni miliardo di importazione in meno di fossile vale 20.000 e chiedendo 40 miliardi in meno,sarebbero 800.000 posti e se Clo’ dice non fattibile come Descalzi,dico che sono ignoranti in sostenibili.Siamo consapevoli delle legittime preoccupazioni che muovono dalle comunità locali interessate alle attività estrattive, e solo la severità delle normative o standard ci puo’ difendere dai carburanti fossili, la doverosa rigorosità dei controlli, mentre l’impiego delle più avanzate tecnologie sostenibili ci dice che eliminiamo smog e inquinanti e costituiscano la miglior garanzia di tutela dell’ambiente e di sicurezza delle popolazioni. La risposta ai rischi industriali è cambiare tecnologia in energie sostenibili e digitali per progredire, con le capacità tecnologiche di governare il sistema energia ma se sie fossili non capisci niente di decarbonizzazione e di digitale,aprendo le porte ai grandi di silicon valley che verranno da noi a vendere energia solare o vento stoccata con grande uso del digitale e le fossili dovranno mettere bandiera bianca perchè non hanno capito niente dell’evoluzione energetica che non è piu’ fossile ma sostenibile come mix di rinnovabili-stoccaggi e digitale.”Chi vuole dare un segnale politico, fa politica”, dicono i due vice segretari del PD. Noi progettisti e managers di Energia per l’Italia abbiamo svolto un’azione politica e scientifica di progettazione innovativa e non lobbistica, chiedendo al Presidente del Consiglio e ai Ministri interessati di aprire un costruttivo dibattito sulla Strategia Energetica Nazionale che l’attuale Governo ha ereditato da quelli precedenti e che poi ha sostanzialmente peggiorato con una serie di decreti. Non abbiamo mai avuto risposte su phs hydro,biometano ed eletrofuels con il finale di allevamenti pesci al posto delle piattaforme 300.000 posti contro 10.000 posti spesso dati a stranieri,50 miliardi annui di ricavi filiera mare annui,contro 4 miliardi annui di piattaforme. Il referendum ha certamente un significato politico perché contesta una Strategia che ignora lo stato di degrado e di pericolo in cui si trova il pianeta, il nostro mare ed il turismo che lo ama,evidenziato dagli scienziati, sottolineato da papa Francesco nell’enciclica Laudato sì e oggetto dell’accordo alla Cop 21 di Parigi, firmato dalle delegazioni di 185 paesi fra cui l’Italia.“Finché c’è gas, ovviamente è giusto estrarre gas. Sarebbe autolesionista bloccarle dopo avere costruito gli impianti, … licenziare migliaia di italiani e rinunciare a un po’ di energia disponibile, Made in Italy. Col risultato che dovremmo acquistare energia nei paesi arabi o in Russia, a un prezzo maggiore”, scrivono i due vice segretari.Nessuno dice di comprare gas all’estero,ma tutti dicono di produrlo in casa il gas e si chiama biometano e da questo se ottenuto a basso costo 45 euro MWh partendo da eccesso di elettrico phs hydro che poi è acqua stoccata con pompaggi-turbinagi e grande applicazione di digitale IoT e 4.0 industriale.Sfidiamo Marcegaglia,Descalzi,Prodi,Clo’,Filippini a dire che non è possibile produrre il biometano e da questo gli electrofuels.Personalmente sono 10 anni che invio progetti al Mise che chiude ogni porta per favorire il gas fossile e l’Eni.Nel Regno Unito si sta svolgendo la campagna “Keep it in the ground” (letteralmente lasciali nel sottosuolo), perché lo spazio per i rifiuti nella casa comune Terra è quasi esaurito: vi è posto solo per le emissioni di CO2 che corrispondono a un quinto dei combustibili fossili che si trovano nel sottosuolo. Se ne estraiamo più di un quinto, l’aumento di temperatura supererà i 2 °C, la soglia che unanimemente è stata riconosciuta come un limite invalicabile nella conferenza di Parigi. Ecco, perché NON è giusto estrarre gas ed è invece giusto investire sul risparmio energetico e sulle energie rinnovabili.Ma rinnovabili cadi nella trappola Borghini -Filippini perchè loro le concepiscono vecchie senza stoccaggi e digitale e poi la Filippini odia il vento in mare che noi mettiamo a 12-15 miglia e non si vede per la curvatura terrestre.Ma io a diferenza dei tedeschi,prediligo l’acqua e chi dice come Enea che non ci sono siti idroelettrici nuovi ,dice corbellerie perchè ci sono i vecchi con pompaggi e poi abbiamo 5 buoni fiumi e tanto mare per oltre 350 milioni di km.2.Sostenere il SI al referendum significa anche definire gli indirizzi strategici della politica industriale del paese. Il principale risultato atteso è la conversione delle aziende del settore oil&gas verso le nuove tecnologie e levando gli inceneritori ma usando il plasma nei rifiuti e poi la grande battaglia che ho intrapeso con Princeton di non costruire mai piu’ il sito Sogin ma plasmare.Il costo dell’energia è stabilito dal mercato globale e da complessi meccanismi finanziari ed economici. Ad esempio, l’energia in eccesso prodotta dalle fonti rinnovabili, ovvero non consumata da chi la produce, viene venduta a prezzi molto inferiori al costo di mercato e per questo è possibile convertirla tramite power to gas in biometano e da questo in electrofuels che il piu’ importante è il B100.L’Eni non produce il B100 ma un misero B15 che costa troppo perchè usa tecnologie arretrate.Inoltre, l’estrazione di idrocarburi in Italia ha margini di profitto relativamente bassi, perché le quantità totali sono esigue (pari al fabbisogno energetico del paese per 2-3 anni) e perché richiedono procedimenti complessi per la tutela ambientale, quali la re-immissione di acqua per ridurre la subsidenza e l’erosione delle coste. Non è chiaro, quindi, perché la produzione italiana dovrebbe ridurre i costi dell’energia per gli utenti finali.Il referendum è una grande opportunità che il fronte politico riformista dovrebbe cogliere per progettare una transizione energetica coerente con gli accordi di Parigi e che avrebbe conseguenze molto positive sulla nostra economia.Chi vuole un Eni da 300 miliardi annui in 10 anni venga con me,chi vuole un Eni da 50 miliardi annui regredisca con Marcegaglia-Descalzi(se perdi 9 miliardi annui in 5 anni ne peri 45).Ringrazio per la pubblicazione ma ieri Descalzi dava una intervista al Corsera, dal noto giornalista fossile Agnoli, che diceva:1.Il referendum per noi Eni sarebbe una catastrofe ma non si capisce perchè dato che il fatturato piattaforme è sui 4 miliardi annui ed i posti non sono i 10.000 che vantano ma meno.Ogni piattaforma ha 25 addetti e per fare i 10.000 ci vogliono 400 piattaforme che non inquinano solo se sanno rispettare gli standard.Borghini che fa confondere trivellazioni e piattaforme come se noi quando parliamo di auto parliamo di carozzieria,interno e motore.Ora il motore a carburanti fossili inquina sempre,puoi barare come nello scandalo VW, ma non puoi dire che elimini gli inquinanti se usi fuel fossili,Ma Borghini non lo amette ,per lui le piattaforme che si basano su un trivellato non inquinano.Invece inquinano eccome e basta leggersi lo studio francese su acciughe e sarde che nel Med dice che sono piu’ piccole per inquinamento diffuso(lo studio è pubblicato su Planet francese).Personalmente da anni, sconsiglio di mangiare pesce crudo(mio report) se non trattato in abattittori -40%.Borghini dice di mangiare le cozze di Ravenna ma Borghini è ignorante in cozze dato che per legge vengono stabulate cioe’ passate in acqua per 3 gg e questa stabulazione leva molti inquinanti ma il pescato invece è sempre piu’ piccolo ed i pesci grandi hanno i metalli,il mercurio ed il boron che è terribile e molti lo usano ancora in trivellazioni ed è pericoloso come il glisolfato cancerogeno.Se Borghini sa il francese,si legga il Manuale francese della Croix Vert contro trivellazioni e piattaforme.Dopo Borghini non sa nulla dello spilli drilling che è assimilabile al rubinetto che perde acqua inquinata a goccia ma la somma delle gocce puo’ anche essere mortale o tumorale.2.Descalzi difende il suo Eni a trazione fossile con trivellazioni gas,gasdotti come il tap inutile,importazioni anche di gas liquido o GNL ma non si rende conto che quel mondo gas importato o trivellato sta finendo perchè solo dei fessi fanno energia elettrica con gas a 100 euro MWh contro 20 euro a MWh usando acqua e mare. Si chiama phs hydro ed incorpora rinnovabile hydro-stoccaggio e digitale.Descalzi e l’Eni non capisce che questa energia acqua-mare salva l’Italia perchè ho un costo basso di bolletta elettrica e di biometano che si ottiene dall’eccesso elettrico di energia idroelettrica o altre rinnovabili.Non capisco poi perchè Descalzi odi il biometano.Lo odia anche Borghini e Filippini ma loro sono ignoranti e non sanno che biometano è un vero gas rinnovabile,meglio sostenibile fattibile con ogni rinnovabile stoccata e digitalizzata.3.Che il biometano non lo capiscano Borghini.Filippini.Prodi .Clo è dovuto alla lora cecità ed ignoranza energetica su nuove tecnologie dato che di nobel in chimica l’ultimo Natta faceva plastiche dal petrolio ma il catalizzatore era tedesco.Che un Presidente come Marcegaglia ed un Ceo Eni come Descalzi,non sappiano come si fa il biometano e da questo poi gli electrofuels non è ammissibile,come se dicessi alla Marcegaglia come fare l’acciaio pulito che si puo’ fare benissimo ma Lei in combutta con i Riva,Federacciai non lo voleva fare per non tirar fuori soldi perchè dicevano acciaio sporco ,piu’ dipendenti,ma pagati poco,cosi’ inquinavano ed avevano profitti sporchi.Poi sull’energia sostenibile Marcegaglia a Taranto ha chiuso tutto e non prenderei mai lei e Borghini come maestri in rinnovabili dato che hanno fatto flop.4.La Filippini ha detto che la Merkel inquina dato che ha il 40% di lignite,tacendo il fatto che noi abbiamo lo 80% di fossile nel mix e ci sono ancora 16 centrali carbone in Italia tra cui quelle aiutate di Sorgenia-Banche-DeBenedetti che è un altro come Borghini che di energia non ci azzecca nulla.Dato che spiegare l’energia RE tedesca è complicato,ho riassunto il tutto nel mio III Report per il Si al referendum che allego. Voto si al referendum perchè non sopporto le fa… Progetto pesce anti trivellazioni-piattaforme n…Voto si al referendum perchè non sopporto le falsità di Borghini e Clo’che le piattaforme non inquinano.Invece inquinano come i motori auto e devono rispondere a degli standard e se il Ceo Eni non li rispetta dovrebbe andare in galera.Se li rispetta non ci va,e lo dico a Borghini che diffonde bugie,le piattaforme inquinano sempre come inquina sempre l’auto di Borghini o sul suo riscaldamento metano c non si capisce cosa cambia se andasse a biometano..Se le itilities producono teleriscaldamento con biometano risparmiamo oltre 20 miliardi ma l’Eni si oppone ad una legge in vigore in molti paesi perchè in rete gas nazionale e comunale ormai si utilizza sia biogas che biometano e in parte 10% anche bioidrogeno.L’Eni con le Associazioni compiacenti lotta contro la Direttiva Europea che prescrive teleriscaldamento a biometano-biogas ed anche alle aggregazioni tra utilities gas.5.Un ultima grave critica a Descalzi.Lei ha perso 9 miliardi circa ma distribuisce per stare in sella gli utili.Io non distribuirei gli utili e non so come i controllori o audit lascino dare gli utili con perdite rilevanti intorno al 10% del fatturato netto.So bene che preleva gli utili dalle riserve fatte negli anni del monopolio gas e quindi ammette di aver fatto pagare il 30% in piu’ sul gas ed energia.Ora dice di vendere le sue riserve in mare per far cassa ma in contemporanea si vende Snam,Saipem,il gas e Versalis ,vuol dire che riduce al lumicino l’Eni da 100 miliardi a 70 facendosi superare da Enel..Confermiamo la nostra piena disponibilità a progettare con il Governo questa transizione.Anzi le dico di piu’ visto che dei pianificatori nostrani poco previdenti faranno entrare molto gas inutile,conosciamo dei sistemi CARMA che entrano con molta energia phs hydro e possono convertire il gas in entrata in benzina quasi rinnovabile e pulita.Ma se non fai il piano acqua,Eni si attacca al tram e perderà e sara sconfitta dalle Silicon Companies che sanno benissimo come usare digitalizzazione e rinnovabili.Se il Governo vuole discutere come riformare l’Eni per portarlo a 300 miliardi di ricavi,io sono pronto. Come sono pronto ad aggregare Ilva-Versalis-Fincantieri-Sogin-utilities trasporti per farne un Gruppo da 50 miliardi annui.-in questi giorni il dibattito sul referendum trivellazioni e’ deprimente e pieno di falsità-Borghini nega che le piattaforme inquinaino qiando inquinano sempre e sono sotto standard
-La Filippini ha una idea completamente errato delle energie sostenibili e non capisce niente di stoccaggi e digitale:è solo una pasaran del gas senza cultura digitale
-Prodi ,Clo’,Casini,Agnoli e Descalzi con Marcegaglia ragionano solo per le loro rendite personali ma non capiscono le interrelazioni energia-rinnovabili-stoccaggi-digitale
-Personalmente faccio fatica a spiegare dove dobbiamo andare in industria con gente che guarda il medioevo fossile
-Borghini pur essendo stato alla Gepi non capisce questi passaggi e si vanta dei suoi pannelli solari ridicoli
-lerrore vero italiano è di vedere sempre una tecnologia o una rete senza capire le sinergie industriali e digitali
-allora ho messo la vision di come organizzerei l’aggregazione ILVA,VERSALIS,FINCANTIERI,Sogin.Ma se mettete Scaroni o Borghini o Marcegaglia allora stracciate questa vision
dr.Pier Luigi Caffese
Un Ministro che sul Corsera dice che vota no per salvare 10.000 posti e ne distrugge 500.000 in filiera mare si commenta da solo.Non sa fare i conti.
Un Ministro che lascia passare il messaggio di Borghini ed Eni che le piattaforme non inquinano mai è un Ministro incompetente perchè le piattaforme inquinano sempre e ci sono labili standard europei che il suo Ministero dovrebbe far rispettare.Borghini è un bugiardo perche le piattaforme inquinano come i motori delle auto a fuel fossili,qui ci sono degli standard e chi bara come VW è inquisito ma in America da Epa che sa fare bene il suo lavoro
Un Ministro che è cosi’ arretrato che non capisce che il gas è finito in bilanciamento rete e che in centrali gas nessuno lo usa vedi Enel che le chiude tutte è un ninistro che appoggia la lobby gas fossile e oil che poi da 4 miliardi contro 50 della filiera mare annui.
Un Ministro che ha avvallato l’etanolo caro da scarti per far si che l’Eni vendesse un misero B15 invece del B100 che noi progettiamo nel mondo non solo è incompetente ma è un distruttore di ricchezza nazionale.Personalmente ho condotto battaglie con Clini,ma vedo che il successore sposa le stesse tesi di non decarbonizzazione e non digitalizzazione.
Un Ministro Ambiente non puo’ essere cosi’ ignorante in energia digitale.Borghini e Filippini sponsorizzati Eni lo sono,ma un Ministro deve avere uno staff che lo informi e che non sia cosi’ ignorante come la Vicari spostata a far male al MIT e non far decollare i fuels rinnovabili.
Internet industria 4.0 e realtà virtuale
Ho scritto un Report per far capire al Governo la rivoluzione dell’energia digitale ma nessuno l’ha letto forse perchè è difficile andare contro i miti piattaforme,gas a bilanciare su cui Scaroni ha fallito.l’energia digitale non produce energia in MW ma è la piu’ grande arma per bilanciare a basso costo rinnovabili e stoccaggi acqua che sono quelli che costano meno.L’errore vero dei tedeschi nella lora bella EnergieWende è stato di credere solo agli stoccaggi chimici o batterie che sono cari 200 euro a MWh contro 20 euro dell’acqua o mare con phs hydro.Cioe’ producono tanto vento e solare ma stoccano troppo caro.Si sono accorti dell’errore che io dico da 10 anni e sono ricorsi ai ripari stoccando con i danesi il vento del mar del Nord in Norvegia e ora in Svezia nei laghi con il mio sistema PHS hydro arrivando persino a collegare 9 laghi.Noi in Italia non siamo cosi’ ignoranti come crede il Ministro Ambiente ed Iren in una valle al confine francese collega 3 laghi in phs hydro e bilancia con essi tutta l’energia su Torino.Io ho sempre detto da 10 anni ma Eni si oppone con Minambiente prima di Clini ora Galletti di forzare qusta intuizione di Iren e dato che abbiamo poche possibilità di nuovi invasi,usare 300 km2 di Po concependolo come invaso medio e lavorando a Sud con il mar ligure ovviamente desalinizzando l’acqua e a Nord con i laghi e 220 affluenti Po.Significa che considerando un dislivello medio di 100 metri,abbiamo 10 GWh a km.2 Solo sul Po sono 3.000 GWh al giorno cioe’ 3 TWh ogni giorno.Se lavoriamo l’acqua
per 100 giorni,cosa possibile dato che integriamo acqua piovana con mare desalinizzato,abbiamo 300 TWh annui a cui leviamo il 20% per pompaggi 17% e desalinizzazione grafene 3%.La bonta ‘ di questo sistema che è tutto IOT digitale e che levo per sempre le alluvioni,ho sempre acqua nel Po e affluenti ma il digitale mi permette di bilanciare il grid del Nord Italia ,pensionando tutte le centrali gas o carbone.Alcune pero’ possono convertirsi a biometano.Quello che non capisce Minambiente mal spalleggiato da Enea e dall’Eni che ovviamente è contrario che posso utilizzare i 300 TWH annui non solo per elettricità ma convertirli parte in biometano e parte in electrofuels.Se un ignorante come Borghini o la Filippini mi dice che è impossibile li appendo al chiodo e per questo la lettera dei 112 diretti da Cloì prelude al Requiem delle fossili in Italia e mi meraviglio che l’Italia Universitaria esprima docenti di cosi’ ballo livello che influenzano purtroppo le decisioni del Governo.Posso dire che un Ministro dell’Ambiente che dice di non andare a votare o votare no che poi è un si perenne alle piattaforme è un Ministro non all’altezza che si dovrebbe dimettere comunque sia il risultato referendario perchè dice di essere contrario a COP 21 e dice che noi progettisti di energia digitale,biometano e electrofuels dobbiamo trasferirci all’estero perchè siamo indesiderati in una Italia fossile e non digitale in energia.
Continuate!