Quasi 60 milioni di metri cubi di rifiuti e veleni interrati, discariche autorizzate e fantasma, emissioni e qualità dell’aria fuori controllo, falda contaminata da cromo esavalente e solventi clorurati, diossina e PCB del Sito Caffaro che attende ancora di essere bonificato. E il più grande inceneritore d’Europa, che seconda la bozza di decreto attuativo “Sblocca Italia” dovrebbe arrivare a bruciare quasi un milione di tonnellate di rifiuti urbani e speciali.
“Praticamente il Bresciano è il capolinea di quasi tutti i rifiuti speciali lombardi e dunque di gran parte di quelli nazionali. Possiamo dire che Brescia è la grande discarica nazionale. Ma ribadiscono gli attivisti – “I tempi sono cambiati, la sensibilità delle persone e la disponibilità a fare rete su queste tematiche sono aumentate in maniera esponenziale così come il presidio locale su ogni criticità incombente. Vogliamo ricostruire un ambiente sano per le nostre famiglie, per i nostri figli e nipoti e collaboreremo incessantemente affinché le istituzioni recepiscano totalmente quanto da noi richiesto”.
Esordisce così il 26 gennaio 2016 a Brescia, il Tavolo Basta Veleni che unisce innumerevoli realtà civiche e ambientali da tempo impegnate a tutela dell’ambiente e della salute che dal 2013 abbiamo documentato su Cittadini Reattivi e con le inchieste su La Nuova Ecologia: dalla Rete Antinocività di Brescia, alla Mamme di Castenedolo, da Legambiente al Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardi (a tantissimi altri comitati vedi l’elenco completo a fondo pagina ndr). Parliamo di quel quadrilatero intorno a Brescia, passato alle cronache come la Terra dei Fuochi del Nord, che si estende nell’alta pianura pedemontana da ovest verso est per circa 50 km e da nord a sud per circa 25 km con ai vertici rispettivamente Iseo a nord – ovest e Orzinuovi a sud – ovest, Desenzano a nord-est e Calvisano a sud – est.
Nel documento presentato, si leggono dati che riepilogati davvero forniscono un quadro impressionante: nel biennio 2012 – 2013 (dati Ispra) quasi tutti i rifiuti speciali della Regione Lombardia sono stati interrati nella provincia di Brescia, 1.638.298 tonnellate su 2.251.413 t/a nel 2012 e 1.809.068 tonnellate su 2.500.226 nel 2013, mediamente il 72,5% del totale regionale. Sempre secondo i dati riportati da Basta Veleni, elaborati dalla stessa Provincia di Brescia, nel 2005 le discariche cessate erano 109 mentre quelle ancora attive almeo 3, interrando complessivamente circa 35 milioni di metri cubi di rifiuti speciali, pericolosi e non, e “inerti”.
A questi vanno aggiunte le discariche “fantasma” quelle non censite perché gestite precedentemente alla normativa sui rifiuti speciali del 10 settembre 1982, che sulle base delle produzioni storiche del settore metallurgico e chimico, si possono stimare in almeno circa 5 milioni di metri cubi. Sono le discariche “abusive” che riemergono quando si costruisce ad esempio la BreBeMi o la Tav.
Poi vi è l’enorme quantità di terreno inquinato da PCB e diossine del Sito di interesse nazionale Caffaro, di fatto rifiuto speciale da collocare in discarica, pari a circa 7 milioni e 900 mila metri cubi, con una situazione ambientale gravissima come attesta il report di Arpa Lombardia di ottobre 2015.
Infine, i rifiuti speciali collocati in discarica dal 2006 ad oggi, che, secondo dati dell’Ispra (aggiornati al 2013, da cui si può ricavare il trend anche per gli ultimi due anni) ammontano a circa 10 milioni e 900 mila metri cubi. “Tirate le somme – confermano nel documento Basta Veleni – ecco il cumulo immenso di rifiuti speciali che sono stati sversati sul territorio bresciano: 58.705.500 milioni di metri cubi”.
A tutto questo si aggiungono le emissioni atmosferiche: oltre il più grande inceneritore d’Europa, per cui si sta ipotizzando il potenziamento della terza linea, (come ricorda il Coordinamento Comitati Lombardi nella petizione al Sindaco Emilio del Bono), ci sono due acciaierie dai cui camini possono uscire fino 3,5 milioni di metri cubi di aria all’ora. Si devono aggiungere poi quelli della storica fabbrica metalmeccanica e di tante altre fonderie di medie e piccole dimensioni: in tutta la provincia vi sono circa 200 Autorizzazioni Integrate Ambientali per forni fusori, e che le 10 acciaierie attive con una media di circa 1 milione di metri cubi all’ora, possono immettere in aria circa 240 milioni di metri cubi all’ora, che generano continui accumuli nei terreni e risollevamenti di polveri. A ridosso della città (Rezzato) insiste un cementificio di grande portata ultimamente potenziato oltre grandi aziende metallurgiche da rottami a Chiari, Ospitaletto, Rodengo, Castel Mella, Maclodio, Brescia, Montirone, Lonato, Calvisano, Travagliato, Torbole Casaglia.
Tutta quest’area ricordano sempre nel documento “è attraversata da nord a sud da uno dei fiumi più inquinati d’Europa, il Mella, che in questo tratto di norma presenta una qualità dell’acqua classificata da Arpa “pessima” e che attende da decenni di essere risanato, dismettendo l’attuale sua funzione di grande collettore fognario degli scarichi civili e industriali della ricca Val Trompia, tutt’ora priva di un depuratore”. Senza dimenticare i recentissimi dati pubblicati da Arpa Lombardia pesantissimo inquinamento della falda, da cromo esavalente, solventi clorurati (tetracloruro di carbonio, tricolorometano, di-tri-tetracloroetilene…), e persino mercurio e PCB, tutte sostanze altamente tossiche e cancerogene, presenti in concentrazione anche di migliaia di volte oltre i limiti.
“Com’è evidente in quest’area del Bresciano è stato già abbondantemente superato il limite di carico ambientale, e la vera opera di cui necessiterebbe questo territorio è una profonda azione di bonifica e di recupero ambientale, non certo nuove discariche e nuove emissioni inquinanti”. “In altre parole – quanto recentemente scritto dall’Asl di Brescia per i territorio circostanti le ipotizzate discariche Bosco Stella, Castella e Padana Green deve valere per quell’intero quadrilatero“.
Insomma una situazione disastrosa alla quale le istituzioni tutte e Regione Lombardia in primis sono chiamate a mettere in campo misure straordinarie, così come in parte fatto per la Terra dei Fuochi in Campania, e a cui il Tavolo Basta Veleni chiede una moratoria che comprenda:
- Blocco dell’iter delle pratiche attualmente in corso del tutto incompatibili con una valutazione ambientale strategica e cumulativa tesa a tutelare un territorio già sfruttato oltre ogni limite (“A2A Ambiente – Bosco Stella” – Castegnato; “Castella” – Rezzato; “Portamb” – Mazzano; “Gedit” – Calcinato; “Ecoeternit” – Montichiari; “A2A – Montichiari Ambiente” – Montichiari; Padana Green” – Montichiari, “Cerca” – Travagliato).
- Sospensione di quelle iniziative controverse dove l’opposizione della popolazione locale è supportata da argomentate e documentate ragioni tutte riconducibili alla sacrosanta determinazione di difendere quel poco di territorio non ancora devastato (discarica Macogna di Cazzago San Martino; discarica Inferno di Ghedi; impianto biogas di rifiuti di Campagnoli di Lonato).
- Dichiarato lo stato d’emergenza per le criticità presenti in questo quadrilatero, le istituzioni devono procedere ad una precisa mappatura di tutte le fonti inquinanti e delle zone compromesse alla ricerca, in particolare, di quelle discariche “fantasma”, ante normativa, spesso celate sotto un sottile strato di terreno “buono”. Ciò è indispensabile sia per evitare che ne risenta negativamente l’immagine dell’intero territorio, che ospita e anzi deve ulteriormente sviluppare anche un’agricoltura di qualità, sia per poter programmare la messa i sicurezza e/o la bonifica dei siti più pericolosi.
- Una seria politica di diminuzione delle emissioni complessive a partire dal censimento di quanto autorizzato ora e dal blocco di nuove autorizzazioni e introducendo norme (indice di pressione aria) in grado di programmarne una sempre maggiore riduzione. Indispensabile, infatti, introdurre oltre ai limiti delle concentrazioni di inquinanti per metro cubo, una soglia massima ai flussi di massa in uscita dai camini per un dato territorio. Tali limiti dovranno essere nel tempo soggetti a costanti riduzioni, attraverso norme stringenti, e monitorati dal piano di risanamento della qualità dell’aria (Pria).
La richiesta accorata, in particolare alla Regione Lombardia, “una grande opera programmata di ripulitura ambientale (bonifiche integrali) e di valorizzazione delle risorse naturali, troppo a lungo degradate”. Che cittadini, attivisti e ambientalisti ribadiranno nel prossimo appuntamento pubblico fissato per domenica 10 aprile 2016 a Brescia.
Per informazioni: TAVOLO PROVINCIALE BASTA VELENI bastaveleni@googlegroups.com
Comitato Macogna Berlingo- Libero cittadino Travagliato- Meetup Capriano del Colle- Comitato Mamme di Travagliato- Eco Gruppo Chiari- Montichiari SOS Terra- No TAV BS- Coord. NO TAV BS-VR – Comitato Aria Pulita di Travagliato- Comitato DUOMO Rovato- Amici di Beppe Grillo Valtrompia – Associazione Passo dopo Passo- Visano x Basta Veleni- La nostra terra Legambiente- Comitato CARTA- Legambiente Montichiari– Aqua Alma Onlus – Medicina Democratica- Com Cittadini Ambiente e Salute Travagliato- Comitato Campagnoli- Travagliato in Movimento- Com. Acqua pubblica Brescia- Gutta Cavat Lapidem- Forum delle associazioni per un ciclo dei rifiuti sostenibile – ( Cittadini per il riciclaggio- Codisa- Com. Ambiente Brescia sud- Com. per il porta a porta Botticino- Com. Prov. Rifiuti zero- Com Lamarmora per l’Ambiente “LA per LA”- Com per la Salute, Rinascita Salvaguardia del Centro Storico- Legambiente Brescia- Coord. Com Ambientalisti Lombardi- Custodi del Creato- Gruppo Mamme di Castenedolo- Rete Antinocività Brescia- Movimento Decrescita Felice BS- Ufficio Ambiente Camera del Lavoro di Brescia- Facciamo Rivivere Vobarno).
Scarica il documento integrale del 26/01/2016 qui
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Dalla prescrizione agli ecoreati nel codice penale: la giustizia ambientale in Italia è possibile? intervento dello storico dell’ambiente Marino Ruzzenenti su Cittadini Reattivi.
Le nostre inchieste Trasparenza civica per le bonifiche su Nòva – Il Sole24ore – 25 maggio 2014 ; Veleni occulti, aprile 2014 La Nuova Ecologia/CittadiniReattivi; L’Italia è un Paese da bonificare, Cittadini Reattivi maggio 2013
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