Una menzione speciale all’attivismo civico, quella conquistata dalle Mamme di Castenedolo, soprannominate le “Mamme Volanti”, a Casale Monferrato lo scorso 4 dicembre, nell’ambito del Premio Ambientalista dell’anno, intitolato a Luisa Minazzi, paladina della lotta contro Eternit, scomparsa per mesotelioma, il tumore causato dalle fibre d’amianto, nel 2010.
Un Premio importante e fortemente simbolico per la popolazione più reattiva d’Italia, quella di Casale Monferrato, conquistato con il voto popolare da Alberto Grossi, il videomaker impegnato da una vita a cercare di strappare le Alpi Apuane alla furia dei cavatori selvaggi, un ambiente splendido ma sfregiato dalle attività estrattive a base di filo diamantato e dinamite che ogni anno asportano quattro milioni di metri cubi di roccia mettendo a rischio falde acquifere, cime e habitat di pregio. A seguire, sul podio Anna Marson, l’urbanista fino a pochi mesi fa assessore in Toscana che ha redatto la prima legge regionale in Italia contro il consumo di suolo battendosi inoltre per condurre in porto, in un contesto politico non facile, il piano paesaggistico. Un altro riconoscimento dunque al valore del paesaggio che il voto popolare ha voluto sottolineare e che conferma il bisogno di una normativa nazionale contro l’aggressione al territorio.
Ma tutti i candidati dell’edizione 2015 del premio Ambientalista dell’Anno, sono rappresentativi di vite semplari come qualcuno ha scritto “diversamente ambientaliste”, legate da una passione civile a tutela dell’ambiente e della salute. Da Carla Campanaro, David Zanforlini e Vittorio Arena, i legali che hanno sostenuto la causa delle associazioni contro i titolari di Green Hill, l’allevamento di beagle a Montichiari (Bs), condannati a gennaio in primo grado per maltrattamento. Al giornalista in erba, Eric Barbizzi, che si dimostra a soli 11 anni già molto più vigile e appassionato alle scienze ambientali e alle dinamiche dei conflitti economici e sociali, di tanti colleghi più grandi, fino all’architetto torinese Elena Carmagnani che ha creato insieme a Emanuela Saporito una start-up per rigenerare a verde l’ultimo piano degli edifici.
Tra queste, proprio per l’impegno civico, il coraggio, generosità e senso del bene comune che sono alla base del nostro progetto di informazione sono state davvero toccanti le testimonianze del Comandante regionale del Corpo Forestale in Campania, Sergio Costa, che ha sviluppato tecniche investigative inedite per individuare discariche abusive di rifiuti tossici, e che ha ricordato il dramma dell’amianto dell’ex Isochimica di Avellino, così come quella del giovane sindaco Dimitri Russo di Castel Volturno (Ce) che si batte insieme alla sua giovane giunta per il decoro e la legalità, a partire dalla raccolta differenziata passata nel giro di un anno dal 9% ad oltre il 25%.
Proprio per questi motivi, concedetelo, abbiamo voluto premiare con il nostro primo Premio all’Attivismo civico, la caparbietà delle “nostre” Mamme di Castenedolo, arrivate a noleggiare un areo per mostrare a chi non voleva vedere il bellissimo territorio del Bresciano ridotto ad una cava a cielo aperto e a svolgere costantemente azioni di sensibilizzazione sui temi della salute e dell’ambiente. Da iniziative sul territorio come mostre e convegni, al contributo per un’informazione consapevole e partecipata sui Social Network, impegnate costantemente a fare rete. Là in quella zona d’Italia soprannominata la Terra dei Fuochi del Nord per il traffico di rifiuti illecito e le discariche abusive tra cave e tracciati autostradali inutili. Dove i bambini si ammalano in modo sempre più drammatico.
Il racconto per immagini e tweet su Storify.
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