
Sesto San Giovanni, Area Ex Falck
Via Alberto Falck 4, Sesto San Giovanni
Il Sin di Sesto S. Giovanni, area ex Falck, è stato istituito con la legge n. 388 del 2000, comprende una superficie di 2.550.000 metri quadri. La contaminazione è legata alle attività industriali insediate nel territorio di Sesto SanRead more
Pinpoint Add to Favorites Siti Da Bonificare
Ultimi commenti
Amianto e rifiuti tossici: l’affare delle ecomafie by Pintu
pier sergio stoladi scrive:Tendo a precisare che sono un suo sostenitore ma credo anche un esperto della materia.La sua posizione sull'impianto di inertizzazione del frusinate dovrebbe essere analizzata con la bilancia dei costi benefici e non seguendo la logica di chi non vuole il cassonetto davanti al proprio portone di casa .Le discariche per amianto ormai in italia sono al collasso, in quanto nel nostro territorio il largo uso di questo materiale per 50 anni e la sua messa al bando con la legge 257 del 92 ha fatto si che gli interventi di bonifica abbiano prodotto ad oggi milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi depositati nel sottosuolo.Il progetto di creare un impianto che trasforma un materiale pericoloso e cancerogeno come l'amianto , in uno riutilizzabile credo sia l'unica soluzione per eliminare definitivamente l'amianto sul territorio nazionale ,e recuperare le discariche ottenendo da un rifiuto un prodotto utile a tanti scopi edili ,senza dover erodere montagne e fiumi creando altre criticite0 ambientali.Certemente la regione deve seguire attentamente il procedimento e la localizzazione di questi impianti vigilando con organismi pubblici gie0 presenti come il Centro Regionale Amianto sulle condizioni di sicurezza per il territorio e la popolazione.Impianti simili operano da pif9 di 10 anni in tutta europa senza che ci sia mai stato un caso di inquinamento ambientale..e allora chiedo alla mia candidata e8 meglio un impianto controllato e produttivo o e8 meglio che ancora oggi con la certezza dei dati sanitari sulle patologie asbesto correlate nella regione lazio vi siano materiali contenenti amianto sotto i nostri nasi perche8 i costi di bonifica a causa delle discariche piene sono proibitivi? Per concludere le faccio presente che la Regione Lazio e8 una delle ultime regioni italiane senza un piano regionale amianto che dal 1992 doveva essere obbligatorio per tutte le regioni.
Smog e inquinamento, che soluzioni? by alessandro
Ammirevole il tono e l' intento dell' articolo, ma ahimè non sono le soluzioni proposte ad evitare il grande inquinamento... certo un po' di cultura ed educazione al rispetto dell' ambiente non fanno mai male, ma se si vogliono trovare soluzioni bisogna cercare prima le cause. E le cause dell' inquinamento delle nostre città, purtroppo, non sono i comportamenti incivili degli abitanti ma, in primis, l' ottica con cui sono realizzate. Città concentrate e sviluppate in verticale, con centri urbani e quartieri ultra condensati, producono un inquinamento incredibile sotto ogni aspetto... già un quartiere più aperto, con strade larghe, con palazzi bassi e con pochi appartamenti, con palazzi più distanziati, risulta meno inquinato e le fonti inquinanti più diluite. Un quartiere più aperto e con palazzi bassi incanala meglio e fa girare meglio il vento, che aiuta a disperdere lo smog. Sistemi fognari all' avanguardia e sovradimensionati aiutano a gestire meglio gli scarichi, sistemi di drenaggio migliori a bordo strada idem.... una costante manutenzione delle bocche di scarico evita allagamenti, strade costruite con la giusta pendenza evitano l' accumularsi dell' acqua... Un uso abbondante di vegetazione scelta bene - quindi evitiamo alberi le cui radici si estendano troppo in orizzontale - aiuteranno a migliorare l' aria. E per i rifiuti? Beh li mi spiace, ma il maggior danno é fatto dalla differenziata, bisogna tornare ad un sistema stradale a 1 o 2 sole frazioni, e distruggere i rifiuti, non accatastarli in attesa di riuscire a riciclarne abbastanza. Se dopo 19 anni di differenziata obbligatoria viaggiamo su una media nazionale del 42%, significa che il metodo é sbagliato. Poi potremo anche pensare di utilizzare di più la bici, ma solo dopo che avremo ripensato completamente le nostre città e la loro gestione. Un saluto.
Penisola Sorrentina: il Meta Film Festival per un territorio da salvare by FRANCESCO
AMBIENTE E SALUTE, DAL “META FILM FESTIVAL” IL MONITO DEI V.A.S. Franco Cuomo “uscire dalla trappola politica. Mai più abbattere un albero in penisola sorrentina!” Tornare a parlare di ambiente anche nelle sedi istituzionali, ecco l’unico modo per uscire dall’emergenza ecologica in cui anche la penisola sorrentina si trova a vivere. Dopo un esordio all’insegna delle tematiche oncologiche legate al disastro Terra dei fuochi, al Meta Film Festival ci si è così concentrati sulle faccende di casa : ecomostri, abusivismo, inquinamento dei valloni e depuratori che non funzionano. Questi gli argomenti affrontati durante l’incontro dello scorso 11 ottobre presso l’auditorium della Scuola Media Buonocore-Fienga di Meta, con i relatori Franco Cuomo (coordinatore VAS - Vico Equense) e l’avvocato Augusto Maresca (ex assessore all’Ambiente al Comune di Piano di Sorrento). Introdotti dagli organizzatori della rassegna, Antonio Volpe e Carlo Alfaro, gli ospiti hanno argomentato con il pubblico sulla delicata vicenda boxlandia in penisola, nonché sull’eterno problema abusivismo di cui l’ecomostro di Alimuri è simbolo ormai da anni lungo le coste sorrentine. Importante il punto di vista dell’avv. Maresca, presenza fortemente legata all’ultima vera esperienza in zona di Assessorato all’Ambiente. Il segno di una politica che non c’è più, che non pone più l’attenzione dovuta alle problematiche ambientali, ma che anzi specula selvaggiamente sulle costruzioni a danno del territorio. La denuncia è stata lanciata in particolare dal leader VAS Franco Cuomo, perennemente in lotta per la tutela dell’ecosistema in penisola contro ogni forma di violenza all’ambiente. Due tipi di denuncia di cui non si vede e non si sente quasi mai parlare in Italia sotto forma di una vera e propria azione collettiva. “A civil action” appunto, come recita il titolo del film proiettato la stessa sera dell’11 ottobre a Meta, con uno straordinario John Travolta nei panni di un legale impegnato per la tutela della salute pubblica, in una città degli Usa soggetta a disastri ambientali. La vicenda dell’ecomostro di Alimuri ci è stata poi spiegata in maniera approfondita dal coordinatore Vas penisola sorrentina Franco Cuomo. «Come Verdi Ambiente e Società vorrei aprire una parentesi sulla vicenda dell’ecomostro di Alimuri - ha esordito Cuomo durante la nostra intervista. Intanto diciamo che l’affare risale ai tempi della SAAN (società di costruzioni – ndr), all’epoca del Ministro Rutelli, quando la famiglia Normale imparentata con il potente consigliere regionale Cozzolino entrò nella vicenda ecomostro, una vicenda di cui si parlò tanto fino al 2007, quando poi improvvisamente decadde. Oggi essa riappare nella sua ambiguità, causando addirittura grossi equivoci come quando l’ingegner Antonio Elefante, assessore a Vico Equense, sostenne che i Vas non volessero abbattere l’ecomostro. Io ho replicato dicendo che noi dei Vas intanto non vogliamo che l’ecomostro venga abbattuto se poi ricostruito altrove. In questo modo l’affare ecomostro verrebbe pagato dai cittadini, dal momento che per l’occasione il Comune di Vico ha chiesto per eseguire i lavori l’accesso ai finanziamenti della Cassa Depositi e prestiti – quindi soldi pubblici. L’ing. Elefante disse “ma Cuomo non sa che esistono le demolizioni in danno?”. L’ambiguità del caso è stata già evidenziata dalla stampa, dopo che l’ingiunzione di abbattimento del fabbricato è stata fatta alla SAAN, la quale puntualmente scomparve per poi subentrare ad essa un’altra società, facente capo sempre alla stessa famiglia, la SICA. In caso di ok al progetto così come presentato allora ci saremmo trovati con un ecomostro abbattuto, uno stabilimento balneare al suo posto (secondo il vecchio progetto) e, a mia opinione, senza la sicurezza della non ricostruzione del mostro altrove, in caso di vittoria ricorso al Tar famiglia Normale. La stessa potrebbe in quel caso rivalersi in qualche modo per la demolizione dell’opera abusiva, in quanto proprietari reali del mostro tramite queste società. È quindi un’inesattezza dire che non vogliamo abbatterlo! Che ben venga la demolizione, ma ciò deve avvenire senza un dispendio economico gravante sulla società, senza che paghino i cittadini per un abuso privato. La bonifica della parete rocciosa sovrastante è poi un tema che ritorna con la faccenda dell’abbattimento. Il responsabile del progetto all’epoca era il direttore dell’Autorità di bacino del Sarno, il prof. Giuliano Cannata, per il quale bonificare quelle falesie calcaree di punta Scutari era praticamente impossibile. Ogni intervento avrebbe provocato il chiaro distacco di blocchi della parete rocciosa. Uno stabilimento balneare lì sotto sarebbe un enorme rischio. Avevamo proposto la creazione proprio lì di un’oasi protetta per uccelli marini e specie in via d’estinzione ma….l’ho detto e ribadito anche questa sera in conferenza : se si parla di ambiente non si deve parlare di politica! Bisogna uscire dalla trappola politica e da questa mummificazione del territorio costiero. La speculazione avviene sempre a danno del territorio qualora ci sia di mezzo la politica, invece si dovrebbe fare in modo che in penisola sorrentina non venga abbattuto più nemmeno un albero!».